«Ca’ Rezzonico ne possiede quattro di sicura attribuzione e in occasione della mostra “Rosalba Carriera, miniature su avorio”, in programma dal 13 ottobre al 9 gennaio 2024, ne esporremo altre 32. In pratica quasi la metà delle ottanta che le sono riconosciute. Non è certo che sia stata lei a inventare questa tecnica in alternativa ai tradizionali supporti in pergamena o in rame, ma è certo che sia stata la prima a intuire le possibilità di questo materiale»: così Alberto Craievich, direttore del museo, presenta la mostra di cui è il curatore.
D’altra parte la miniatura in avorio «Fanciulla con colomba» era valsa a Rosalba Carriera (Venezia, 1673-1757), nel 1705, l’ammissione alla prestigiosa Accademia di San Luca di Roma. Va precisato che questi «fondelli», come li denominava, erano più preziosi dei pur rinomati quadri a pastello che alternavano ritratti e allegorie. Dipingere su una superficie così limitata richiedeva, infatti, una pazienza certosina, oltre che una straordinaria abilità tecnica. Per questo motivo, e per non affaticare una vista già compromessa, smise di realizzarli prima del 1730, nonostante a richiederle un esemplare fosse addirittura l’imperatrice Maria Teresa d’Austria.
Il prezzo medio di una miniatura si aggirava intorno ai 50 zecchini, quasi il doppio rispetto a un pastello valutato tra i 20 e 30 zecchini. Erano molto richieste tanto dalla nobiltà inglese quanto dalle corti di tutta Europa. I soggetti trattati sono quelli consueti: ritratti di gentiluomini, di gentildonne e di adolescenti, anche se nel caso delle miniature molto incerta è la possibile attribuzione; allegorie con la predilezione per il soggetto di Flora, associata al tema dei fiori, altra sua icona ricorrente.
A smentire che si tratti di puro virtuosismo e leziosità sta il fatto che Rosalba Carriera ebbe il coraggio di rappresentarsi nella decadenza della vecchiaia, com’è testimoniato dall’autoritratto conservato nelle Gallerie dell’Accademia di Venezia: metafora dell’inverno o, più probabilmente, della sua parabola discendente come artista o come donna, non esente da crisi depressiva, lei che aveva ricevuto unanimi riconoscimenti a livello internazionale come pure, caso non molto frequente, nella sua Venezia. Dalla quale si era solo in rari casi allontanata, fatta eccezione per il suo soggiorno del 1720-21 a Parigi, dove trionfava lo stile rococò di cui diventa una delle interpreti più autorevoli.