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Asad Syrkett, nuovo Head of Editorial Content: ecco AD Italia del futuro

Il magazine si rinnova per interpretare il meglio del design

Silvia Conta

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Per AD Italia inizia un nuovo corso editoriale capitanato da Asad Syrkett, nominato Head of Editorial Content di Architectural Digest Italia. In carica dallo scorso ottobre e di base a Milano, è responsabile della visione editoriale e dei contenuti su tutte le piattaforme. Asad Syrkett, ha ricordato Condé Nast, «è un redattore e scrittore americano specializzato in design. Dal 2020 al 2024 ha ricoperto il ruolo di redattore capo di Elle Decor. In precedenza, ha lavorato per un decennio come redattore di media cartacei e digitali, tra cui AD negli Stati Uniti, dove era associate editor. Syrkett è tornato a far parte del team AD nel gennaio 2025, quando è stato nominato guest editor di AD Italia, a partire dal numero di aprile 2025 del marchi».Nell’intervista a seguire ci racconta la sua visione per il futuro di AD Italia. 

Cosa rappresenta per lei il nuovo ruolo di Head of Editorial Content di AD Italia? 
È un grande onore. Prima come studente di storia dell’architettura e poi come giornalista nel campo delle arti e della cultura, il design italiano è sempre stato per me una fonte inesauribile di ispirazione. Essere chiamato a guidare il magazine nella sua nuova fase è incredibilmente stimolante.Supervisiono tutti i contenuti editoriali del brand, su tutte le piattaforme: digitale, stampa e social. Ma sto anche pensando a come il pubblico vive AD Italia nel mondo, attraverso eventi, attivazioni, partnership, non solo durante il Salone del Mobile, ma durante tutto l’anno. 

Qual è la sua visione per il futuro di AD Italia? 
Immagino un AD Italia capace di riflettere la stessa mentalità globale e l’energia visiva del design italiano, che esercita un’influenza straordinaria in tutto il mondo. Voglio anche portare in primo piano ciò che più ammiro del design italiano: intelligenza, ironia, spirito pionieristico e un profondo rispetto per la storia della professione. Intendo inoltre rafforzare il legame del brand con la nuova generazione di appassionati di design, attraverso progetti digitali ed eventi. 

In questa fase iniziale, quali aspetti vorrebbe che guidassero il suo mandato? Raffinatezza, divertimento, sorpresa, dinamismo e una diversità autentica di stili e visioni. 

Il mondo della creatività è globale. Come pensa di bilanciare lo spazio tra la scena internazionale e quella italiana? 
Questo equilibrio è fondamentale per me. Fortunatamente, ogni conversazione sul design italiano ha già in sé una dimensione globale: i designer italiani sono estremamente attivi e influenti non solo nel Paese, ma anche a New York, Londra, Città del Messico, Tokyo e oltre. Parte del piacere del nostro lavoro consiste nel celebrare i talenti italiani affermati e nel scoprire e presentare quelli nuovi, sia qui che nel resto del mondo. 

Come intende coniugare l’eredità storica di AD Italia con un’innovazione costante nello sguardo su design, architettura, ecc.? 
La vera eredità di AD Italia risiede nella sua capacità di catturare lo spirito dell’architettura, del design e del décor in ogni epoca. Negli ultimi cinque anni, il magazine ha espresso un’eleganza e un’intelligenza sofisticata straordinarie, che rimarranno. Ma oggi abbiamo anche l’opportunità di raccontare l’energia effervescente e cool di Milano e del design italiano contemporaneo, e di innovare il modo in cui narriamo questa storia. È un aspetto che mi entusiasma molto. 

Parlando del lavoro all’interno della redazione: quali sono secondo lei gli elementi fondamentali del lavoro di squadra in un magazine? Come armonizza la visione del giornale con i punti di vista dei numerosi collaboratori? 
La collaborazione è tutto. Sono fortunato ad avere un team profondamente appassionato di design, architettura, moda e di come viviamo oggi: tutti i temi che raccontiamo su AD Italia. Poiché la mia visione del magazine valorizza la molteplicità, per me è naturale accogliere gli interessi, le competenze e gli sguardi del team e dei nostri collaboratori, integrandoli nel racconto editoriale di AD Italia. 

È appena uscita la nuova lista AD100 2026. Quali sono stati i principali criteri di selezione? Che immagine del settore emerge da questa edizione? 
Il primo criterio è il nostro coinvolgimento con il lavoro dei designer: abbiamo pubblicato i loro progetti nell’ultimo anno o due? Fanno parte della comunità di AD Italia attraverso panel, eventi, talk? E il loro lavoro incarna ciò che consideriamo il meglio del design contemporaneo? Durante la selezione abbiamo osservato chiaramente la leadership dei designer italiani in questo momento storico. Alcuni dei progetti più interessanti - firmati dai loro studi o realizzati in collaborazione con grandi brand - provengono proprio dai designer italiani. Nelle liste AD100 di tutto il mondo, da AD U.S. ad AD France, sono sempre presenti numerosi nomi italiani. 

Quali saranno le sue prime iniziative come nuovo direttore editoriale? 
La prima è stata costruire, insieme al mio team, la nuova lista AD100 per il 2026. Poi lavoreremo a un numero speciale dedicato al futuro del design: la nuova generazione di talenti, le innovazioni tecnologiche e artigianali, le novità nel mondo dell’arredo, dell’illuminazione e molto altro. Sono inoltre molto concentrato sulla crescita costante dei nostri pubblici digitali e sulla creazione di una nuova identità visiva coerente per il brand su tutte le piattaforme.

Silvia Conta, 04 dicembre 2025 | © Riproduzione riservata

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