Guillaume Cerutti
Leggi i suoi articoliCon l’inizio del nuovo anno, vorrei indicare tre priorità per il mercato dell’arte, e quindi per Christie’s, nel 2025 e oltre: crescita, apertura e sostenibilità.
Crescita, perché negli ultimi due decenni il mercato dell’arte ha subito notevoli fluttuazioni da un anno all’altro, ma il valore totale delle transazioni nel periodo è aumentato solo del 10%. Allo stesso tempo, le vendite globali nel mercato dei beni di lusso sono triplicate ed è è raddoppiato il numero di individui con un alto patrimonio netto (Hnwi) nel mondo. Queste disparità sottolineano la necessità vitale per il mercato dell'arte di trovare nuove fonti di crescita, muovendosi in due direzioni.
La prima, la più immediata, si basa sul consolidamento all’interno del mercato dell'arte, con fusioni tra operatori (come la recente acquisizione da parte di Christie's di Gooding & Company [casa d’aste di auto d'epoca]) o collaborazioni volte a creare sinergie e a sfruttare le complementarietà. Sono convinto che nei prossimi anni queste tendenze vedranno un’accelerazione.
La seconda, più strategica ma anche più complessa, è che questi attori estendano il loro campo d’azione oltre i confini tradizionali del mercato dell'arte. Alcuni esempi esistono già, come il rapido sviluppo negli ultimi dieci anni dell’art lending (prestiti garantiti da opere d'arte di collezioni private). Altre opportunità non sono ancora state pienamente realizzate e devono essere approfondite, come le potenzialità offerte dalle innovazioni tecnologiche nelle loro varie forme (blockchain, Nft, Intelligenza Artificiale), o anche le prospettive di integrazione tra il mercato dell’arte e l’industria dei beni di lusso, due settori comunque per natura molto diversi.
Apertura, perché di fronte a società occidentali sempre più polarizzate e inclini agli eccessi populisti, gli attori culturali hanno un ruolo sociale essenziale da svolgere. L’accesso alla conoscenza, la democratizzazione e l’educazione artistica sono già priorità centrali per i musei, ma devono diventarlo ancora di più per gli operatori del mercato dell’arte.
Questo sviluppo è tanto più auspicabile se si considera che il mercato dell’arte è spesso percepito come chiuso in sé stesso e (a torto) riservato a pochi privilegiati, il che lo rende un bersaglio ideale per i critici antiélite. Per questo motivo, tre anni fa, abbiamo lanciato il Christie's Fund for the Art, pensato per sostenere progetti volti ad ampliare l’accesso all'arte e alle sue professioni. Sono impegni che devono essere amplificati e vorrei che artisti, gallerie, case d'asta e fiere potessero lavorare insieme su iniziative coordinate e ambiziose in grado di raggiungere un pubblico più eterogeneo. È una nostra responsabilità e un nostro interesse.
Infine, lo sviluppo sostenibile è una priorità condivisa con tutti gli altri settori economici, ma in cui il mercato dell’arte deve ancora fare progressi. Nonostante le lodevoli azioni della Gallery Climate Coalition (una rete internazionale non profit di organizzazioni artistiche che mira a raggiungere entro il 2030 gli obiettivi climatici dell’Accordo di Parigi del 2015, Ndr), dobbiamo ammettere che gli impegni presi dai professionisti in questo campo sono troppo spesso non vincolanti.
È ora di passare a impegni più precisi, monitorati e verificati in modo indipendente e sostenuti da una comunicazione trasparente. Ciò significa mobilitare l’intera catena del valore: produrre e riutilizzare le casse per le opere d’arte, utilizzare modalità di trasporto meno inquinanti, ottimizzare la produzione e la distribuzione dei cataloghi delle mostre, e così via. Christie's ha fissato obiettivi vincolanti per la riduzione delle emissioni di anidride carbonica e ha aderito alla Science Based Targets Initiative (SBTi), un'organizzazione indipendente e rispettata.
Mi rendo conto che in questi tempi di incertezza economica e politica alcune priorità a breve termine possono sembrare più urgenti. Ma è proprio in questi momenti di instabilità che iniziative significative e strutturali possono avere il massimo impatto. Concentrandoci su queste priorità ora, possiamo gettare le basi per un mercato dell’arte più resiliente, inclusivo e orientato al futuro.
(Guillaume Cerutti è Presidente e direttore generale di Christie’s)