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Elena Casalini
Leggi i suoi articoliIl volume di Michel Delahoutre ha due fondamentali pregi: un repertorio fotografico curato e completo e una piccola antologia di fonti, emblema dell’approccio letterario, religioso e filosofico dell’autore allo studio della storia dell’arte del continente Indiano. Le pagine del volume sono un’ammaliante introduzione pensata per un pubblico poco pratico dell’arte indiana, e offrono anche un’utile e chiara sintesi a studiosi più navigati.
Punto focale della narrazione l’imprescindibile connubio delle arti figurative con la musica, la danza, la drammaturgia e lo studio dei testi: nella prefazione di Dallapiccola si riassume con lucida efficacia come la «giustapposizione di opere letterarie e opere d’arte aiuta il lettore a entrare nella forma mentis necessaria per apprezzare scultura e pittura indiane».
Cinque i capitoli fondamentali: il primo offre al lettore il contesto storico, una cornice di date e nomi familiari che permette di inquadrare con facilità la cronologia; cuore dell’opera sono il secondo e terzo capitolo, dedicati rispettivamente all’arte classica e alla miniatura. I confronti con l’altro, che in questo caso saremmo noi, orfani di Policleto, di Isidoro di Mileto e Antemio di Tralle, figli di Lanfranco e Wiligelmo, epigoni di Matisse e Gauguin, sono conclusivi dell'opera.
Il libro è indispensabile per conoscere le fondamenta dell’arte indiana, i punti cardinali e per riscoprirne fascino e problematiche. Da leggere per la prima volta e da rileggere, perché potrebbe a buon diritto esser definito un classico della storia dell’arte. q Elena Casalini
L’arte indiana, di Michel Delahoutre, traduzione dal francese di Alberto Pelissero per il testo, le fonti e gli indici, di Tiziana Ripepi per le didascalie delle tavole, 230 pp., ill. col. e b/n, Jaka Book, Milano 2020, € 70

Una scultura del III secolo a.C., Museo di Patna
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