«Kogi Tribe. Colombia #2. Colombia, 2014» di Julian Lennon

© Julian Lennon

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«Kogi Tribe. Colombia #2. Colombia, 2014» di Julian Lennon

© Julian Lennon

Julian Lennon nelle Stanze della Fotografia

A Venezia una retrospettiva inedita del poliedrico artista e attivista inglese: dai ritratti di celebrità ai racconti visuali su questioni ambientali e umanitarie

 

Una veduta dell’allestimento. Foto Matteo De Fina

Venezia marca la fine dell’estate con una rassegna dedicata a Julian Lennon. Fino al 24 novembre  il pubblico può infatti visitare «Whispers-A Julian Lennon Retrospective» sull'Isola di San Giorgio Maggiore presso Le Stanze della Fotografia,  il centro internazionale per la ricerca e la promozione della fotografia e della cultura dell’immagine ideato da Marsilio Arte e Fondazione Giorgio Cini. Curata dallo stesso Lennon e da Sandrina Bonetti Rubelli, la mostra propone una selezione di un centinaio di opere che raccontano il percorso fotografico dell’artista, dai primi passi nel mondo della musica ai racconti visuali su questioni ambientali e umanitarie. Musicista, cantante, compositore e filantropo, oltre che fotografo, Julian Lennon (figlio dell'ex Beatles John, Ndr), nato nel 1963 a Liverpool, è un artista poliedrico che alla fotografia si è avvicinato tardi, con una prima mostra solo nel 2010.

 

Julian Lennon. Foto Matteo De Fina

Se all’inizio, complice la prestigiosa carriera nella musica, le sue immagini erano principalmente ritratti intimi di musicisti e celebrità (tra cui si annoverano Bono e la principessa Charlene di Monaco), esse hanno però rapidamente assunto un forte carattere umanitario, ispirato e complementare al lavoro di Lennon con la sua non profit, The White Feather Foundation. Le aree in cui opera la fondazione (accesso ad acqua potabile, educazione e sanità, tematiche ambientali e sostegno alle culture indigene) si riflettono infatti nel corpus dell’artista, per cui la fotografia diventa uno strumento per sensibilizzare e responsabilizzare il pubblico ai temi a lui cari. Così, ad esempio, gli sforzi (riusciti) della fondazione per proteggere un territorio sacro del popolo colombiano Kogi, sono accompagnati da una serie di istantanee della vita quotidiana della comunità.

«Non si tratta di una semplice raccolta di fotografie, bensì di uno spaccato sull’interiorità di un’artista che ha a cuore, nel suo senso più ampio, la vita», spiega la cocuratrice Bonetti Rubelli.Il contesto non nuoce: gli eventi della Biennale fanno da sfondo, come anche una mostra concomitante di Helmut Newton, sempre alle Stanze. Inoltre, aggiunge Bonetti Rubelli, Venezia è «una città vulnerabile e fragile, che ha una ricca stratificazione artistica e storica, e che deve far fronte a continue difficoltà e contraddizioni», prestandosi bene a dialogare con le molteplici prospettive e sfaccettature dell’opera di Lennon.

«Down to the Wire. Ethiopia, 2014» di Julian Lennon

«Someone to look up to. France, 2010» di Julian Lennon

Anna Aglietta, 02 settembre 2024 | © Riproduzione riservata

Julian Lennon nelle Stanze della Fotografia | Anna Aglietta

Julian Lennon nelle Stanze della Fotografia | Anna Aglietta