Una veduta di «Interaction Napoli» di Francesco Squeglia

© Francesco Squeglia

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Una veduta di «Interaction Napoli» di Francesco Squeglia

© Francesco Squeglia

La Fondazione Made in Cloister ora è un hub

L’istituzione era nata per rigenerare la città con due motivazioni complementari: l’etica e l’amore per Napoli

«A dieci anni dalla sua costituzione, la Fondazione Made in Cloister fa un bilancio sul compimento della sua missione, partita con il restauro di un chiostro cinquecentesco abbandonato, al fine di riconvertirlo in un centro d’arte contemporanea per un progetto inclusivo di rigenerazione urbana del quartiere di Porta Capuana attraverso l’attività con gli artisti. Dal 2014 a oggi il quartiere è molto cambiato e l’idea che arte e cultura possano alimentare e accelerare processi di riqualificazione delle “periferie urbane”, senza per questo modificarne l’identità, si è dimostrata una sfida possibile e replicabile. La Fondazione intende proseguire nella direzione intrapresa migliorando sempre di più il programma culturale, la dimensione internazionale e l’impatto sulla città», dichiara Davide de Blasio, presidente della Fondazione Made in Cloister, per illustrare un progetto condiviso sin dalle fasi iniziali con Rosa Alba Impronta e più di recente anche con Eleonora de Blasio. Alla sua base due motivazioni complementari: l’etica, quindi il senso di responsabilità, e l’amore per Napoli, che richiede azioni di cura. Queste sono state innanzitutto indirizzate al restauro e alla rifunzionalizzazione del Chiostro della Chiesa di Santa Caterina a Formiello e poi del Refettorio del complesso cinquecentesco. Oggi Made in Cloister è un hub culturale polivalente, un luogo di eccellenza creativa, di dialogo internazionale per progetti di arte contemporanea, design, musica, tradizioni artigianali ed enogastronomiche, che prevedono il confronto e il coinvolgimento dei giovani, delle istituzioni e in particolar modo della comunità locale, perché il processo di rigenerazione e di riqualificazione sia partecipativo e condiviso, autenticamente culturale e sociale. 

Tra i progetti in corso due proposte espositive. Fino a metà dicembre la seconda edizione di «Interaction Napoli», mostra biennale d’arte contemporanea internazionale a cura di Demetrio Paparoni, che quest’anno indaga il tema «L’Altro e l’Alterità», in relazione ai fenomeni migratori e alla complessità delle relazioni tra diverse culture, tradizioni e religioni. In mostra opere di 30 artisti da 15 Paesi del mondo, disseminate anche in spazi attorno alla area di Porta Capuana, come Parco di Re Ladislao, il chiostro del Liceo Artistico di Napoli e il cortile dell’Hotel Palazzo Caracciolo. 

Sarà visibile fino a tutto dicembre, invece, «La Casa di Wendy», lavoro site specific dell’artista Gabriella Siciliano (Napoli, 1990), realizzato con il sostegno del MiC e di Siae, nell’ambito del programma «Per Chi Crea». Il progetto è stato ideato per Lab.oratorio, project room trasformata per l’occasione in un ambiente domestico abitato da una creatura mitologica, che ricorda un drago. Serenamente disteso su di un letto, è un invito a riflettere sulle nostre «mollezze» epocali e generazionali, che come il «sonno della Ragione» creano mostri.

Olga Scotto di Vettimo, 13 dicembre 2024 | © Riproduzione riservata

La Fondazione Made in Cloister ora è un hub | Olga Scotto di Vettimo

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