Beatrice Cumino
Leggi i suoi articoliDal 12 al 16 maggio si svolge l’ottava edizione di Tefaf New York al 643 di Park Avenue, nell’Upper East Side, in quella che un tempo era la sede del Settimo Reggimento della Milizia di New York. Da una prima lettura del catalogo, spiccano alcuni pezzi interessanti, diversi per supporto, stile ed epoca, che spaziano attraverso 19 secoli di storia: dall’archeologia al contemporaneo, dalla testa di marmo romana di donna di età adrianea (I secolo d.C.) presentata da Charles Ede agli orecchini Hemmerle di motivo naturalistico, dell’omonima galleria, in diamanti, alluminio anodizzato e oro bianco, datati 2023.
Alla fiera partecipano 91 espositori (contro i 280 di Tefaf Maastricht) da 15 Paesi, di cui 13 sono presenti per la prima volta. Tra le new entry figurano la Geoffrey Diner Gallery, che presenta un tavolino di Gio Ponti in legno di noce verniciato e vetro ottone, progettato nel 1951 per l’appartamento milanese Casa Lucano e il cui profilo elegante ha gettato le basi per la rinascita del design italiano del dopoguerra; Richard Nagy Ltd con un pastello su carta di Egon Schiele, «Nudo di uomo seduto (autoritratto)» del 1917, e Galerie Mitterrand, con una coppia di scimmie in argento di Francois-Xavier Lalanne, «Paire de Singes Alternatifs» del 2013.
Tra i rappresentati dell’Italia, Tornabuoni espone un arazzo di Alighiero Boetti «Senza titolo (Tra L’incudine e il martello...)», un suo tipico ricamo su stoffa con una combinazione di testi italiani e persiani a testimonianza della passione dell’artista per le culture non occidentali. Infine, la Galleria Continua presenta un arazzo jacquard di Kiki Smith, «Vistors (stars, multiple crescent moons)» del 2014, la cui iconografia attinge a mitologia, folclore, favole, femminismo e religione.
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