Carla Di Grazia
Leggi i suoi articoli“Quella di Matera 2019 è una storia entusiasmante che ho seguito sin dall’inizio -ha dichiarato il Ministro ai Beni Culturali, Dario Franceschini - dalla candidatura alla competizione fino alla proclamazione del titolo, con la gioia della piazza che festeggiava la vittoria”, intervenuto il 19 aprile in diretta streaming sul canale YouTube del Ministero alla presentazione dei risultati economici, culturali e sociali prodotti dalla Capitale Europea della Cultura, commentati nell’incontro “Matera 2019, un giacimento di sfide”, organizzato dalla Fondazione Matera Basilicata 2019. Il Ministro ha sottolineato come “La crescita compiuta da Matera durerà negli anni, poiché grazie al suo programma di altissimo livello è riuscita a diventare una capitale turistica e culturale nota in tutto il mondo, rappresentando una bella storia per il Mezzogiorno. Quando sarà finita la pandemia, il turismo internazionale tornerà imponente, quindi la grande sfida sarà quella di distribuire i flussi su tutto il territorio, a partire dal Sud”.
Gli impatti economici di Matera 2019
La Direttrice della Fondazione Matera Basilicata 2019 Rossella Tarantino ha illustrato i principali dati contenuti nel Report di monitoraggio “A Matera si produce cultura” realizzato dalla Fondazione, con la conduzione di Marino Sinibaldi, che sin dal 2011 ha guidato, come direttore di Radio3, la festa di Materadio, accompagnando dunque il decennale percorso di Matera 2019.
“L’eccezionale riflesso sui media di Matera 2019, in particolare nel periodo 2014-2019, è stato determinante nel provocare lo straordinario aumento nel tasso di crescita dei flussi turistici, molto elevato anche in termini comparativi, sottolineando così una possibile proficua interdipendenza tra il settore turistico, una grande azione comunicativa ed il settore culturale per come connotato nell’esperienza Matera 2019. Il risultato di questa interdipendenza - ha sottolineato Tarantino - è stato calcolato grazie a 3 moltiplicatori, con i quali si può affermare che per ogni euro speso da un turista culturale a Matera si attivano 1,85 € (+185%), per ogni euro investito direttamente in produzioni culturali si attiva un investimento pari a circa 2€ (+200%), per ogni euro speso in investimenti immobiliari ad uso turistico si attivano 1,5 € (150%), con un impatto sul PIL della città nel 2019 di 224,3 milioni di euro e sul PIL della Basilicata di 422 milioni di euro. Dallo stesso studio emerge inoltre che a fronte di 49.000.000 € investiti nel programma culturale della Capitale Europea della Cultura, si è generato un impatto economico complessivo di 91 milioni di euro, dimostrando come l'investimento in produzione culturali originali abbia rappresentato un maggiore stimolo per l'economia del territorio”.
Quattro le grandi sfide emerse dall’attività di monitoraggio e valutazione
1. Accesso alla cultura
“Matera 2019 ha favorito l’accesso alla cultura ad un pubblico non abituale. Dai dati ottenuti da alcuni indicatori che riguardano la composizione del pubblico partecipante agli eventi di Matera 2019 è emerso che: oltre un terzo possiede un titolo di studio e un reddito medio-basso, circa la metà dei visitatori lavora in ambiti distanti da quello culturale e tra le motivazioni principali è emersa quella a carattere culturale. Il programma di Matera 2019 ha dunque innescato un processo di generazione di nuova domanda di cultura con livelli di soddisfazione molto elevati” ha illustrato Carmelo Petraglia, professore di economia politica presso il DiMIE - Università degli Studi della Basilicata e responsabile dello studio condotto sull’esperienza e i benefici percepiti dal pubblico durante Matera 2019.
Lo studio ha messo in luce come la policy del Passaporto per Matera 2019 - l’abbonamento libero con il quale era possibile assistere a tutti gli eventi di Matera 2019, visitare i musei del Polo Museale Regionale della Basilicata partner di Matera 2019, usufruire del Trasporto Pubblico Locale nel Comune di Matera ad un prezzo simbolico di 19€ per i turisti, 12€ per i residenti in Basilicata, 5€ per le scuole - sia risultata cruciale nello stimolare la partecipazione delle persone. “Per Matera – ha concluso Petraglia – molte sono le sfide ma altrettante le risorse. La nuova domanda culturale è una risorsa da valorizzare, strutturandosi, anche a fronte delle trasformazioni indotte dalla pandemia”.
2. Co-creazione e cittadinanza culturale
Perno del percorso di progettazione culturale di Matera 2019 è stata la co-creazione e cittadinanza culturale. Una sfida studiata e analizzata dal team di Arteco guidato da Pierluigi Sacco, Senior Advisor OECD e professore di Economia della Cultura all’Università IULM Milano, nonché uno dei massimi esperti internazionali sui temi della co-creazione culturale, che mette in luce come Matera 2019 si è posta l’obiettivo di essere un’esperienza collettiva e partecipata di costruzione e valorizzazione del patrimonio culturale comune, in cui diverse collettività sono state chiamate a collaborare fra loro e con gli artisti per favorire la più ampia partecipazione attiva possibile.
I progetti realizzati hanno spaziato nelle modalità di produzione, di presentazione e di rapporto con il pubblico da format più tradizionali, come concerti e spettacoli dal vivo in cui gli artisti hanno eseguito le loro performances dal palco e gli spettatori hanno assistito dalla platea, a pratiche che hanno cercato di invertire completamente questo rapporto verticale e binario, introducendo in ogni fase del progetto momenti di coinvolgimento e co-creazione, in linea con una visione estesa e soprattutto estensiva della partecipazione come co-responsabilizzazione nei processi della produzione culturale come momento fondante di una nuova idea di cittadinanza attiva. Una sperimentazione concreta di pratiche co-creative e politiche partecipative; una buona pratica di processo partecipativo in grado di attivare un’azione culturale socialmente e culturalmente sostenibile.
Sono stati selezionati progetti di 27 Project Leader della scena creativa lucana che hanno composto e animato la metà del programma culturale del 2019. Tale selezione è l’esito di un intenso percorso avviato nella primavera 2017 dalla Fondazione Matera Basilicata che li ha coinvolti in una serie di appuntamenti guida di co-creazione e rafforzamento delle competenze, oltre a esperienze di mobilità nazionale e internazionale, per creare partenariati e confrontare i propri progetti con esperienze passate o in essere.
“Riguardo agli effetti sulla resilienza culturale – ha rilevato Sacco a seguito delle interviste effettuate post evento - l’esperienza di Matera 2019 ha contribuito in modo importante nel migliorare la capacità di superare il senso di scoraggiamento causato dalla pandemia, nel migliorare il senso di energia, di vitalità e la stabilità emotiva. Il capitale di esperienze accumulate durante il 2019 è servito a stabilizzare, dopo un anno così difficile, anche il senso di stanchezza e di tensione. In particolare durante l’anno della Capitale si è riscontrato una più elevata soddisfazione della qualità della vita percepita. Complessivamente sia il processo di partecipazione e sia la dimensione di co-creazione legata a questo tipo di processi è stata percepita come un salto di qualità importante per il territorio”.
L’esperienza MCEC 2019 conferma quindi che la cultura risulta essere elemento chiave per mantenere, generare o accrescere il livello del benessere collettivo, instretta relazione con il welfare e con la crescitacognitiva e di competenze tecniche e relazionali,fornendo nuovi preziosi strumenti ai cittadini percontribuire efficacemente alla crescita del proprio territorio e della propria comunità.
Tre in particolare gli elementi della programmazione di Matera 2019 che occupano un posto di notevole rilevanza nella legacy futura, l’Open Design School, il coinvolgimento dei volontari e la centralità delle aree interne. Il primo, l’Open Design School, ha riunito autori, blogger, designer, artigiani, hacker, studenti, professionisti e accademici, con l'obiettivo primario di creare un laboratorio per autoprodurre e co-creare con i partecipanti alla manifestazione, materani e non, infrastrutture e servizi per MCEC 2019. Tra il 2016 e il 2019, ODS ha organizzato 27 Open Talks, 23 Open Review, 28 Community Workshop e 9 altri eventi pubblici.
ODS è l’esempio di come un progetto che ambisce ad ‘istituzionalizzare’ le pratiche di co-creazione conserva il proprio carattere auto-propulsivo e la propria natura bottom-up. Nel futuro prossimo, queste pratiche trasformative giocheranno un ruolo fondamentale nel delicato passaggio che richiederà a tutte le principali istituzioni culturali di uscire dalla comfort zone del proprio spazio dedicato per esplorare forme sempre più dirette e responsabilizzanti di abilitazione culturale, e in questo senso la Open Design School può davvero posizionarsi come laboratorio pilota verso un cambiamento sociale e comportamentale all’interno della transizione verde della società e dell’economia europea, e più ampiamente nel contesto del nuovo ciclo progettuale della Next generation EU, essendo stato riconosciuto come partner del nuovo Bauhaus europeo.
Il secondo è il coinvolgimento progettuale sempre più intenso dei volontari, il quale non va però visto come una sorta di trionfo del ‘dilettantismo’ ai danni dello specialismo professionale, ma al contrario come il riconoscimento della crescente importanza di forme di creazione sempre più complesse e distribuite, che esaltano le competenze e l’esperienza dei professionisti invece che deprimerle e aprono orizzonti inediti di sperimentazione.
Il terzo sono le aree interne che in questo contesto post-pandemico divengono un teatro di azione privilegiato per nuove politiche di sviluppo territoriale e innovazione sociale.
Questa esperienza si presta quindi in modo naturale ad un dialogo, e in una certa misura anche ad una scalabilità, verso tanti altri territori del nostro Paese che affrontano oggi sfide simili, e che costituiscono con tutta probabilità uno dei più interessanti e sorprendenti laboratori per una pratica artistica che abbia vere ambizioni trasformative.
La sintesi di questi tre elementi restituisce dunque una percezione dei percorsi innovativi che si sono perseguiti lungo tutto l’arco di preparazione e di realizzazione di Matera Capitale Europea della Cultura 2019, e di come questi possano negli anni a venire mantenere una propria capacità di proposta e di mobilitazione, anche al di là della scala territoriale locale.
Lo studio mette altresì in luce come l’esperienza di Matera 2019 abbia generato in coloro che hanno preso parte al programma culturale effetti amplificati in termini di aumento della fiducia in sé stessi, miglioramento delle proprie competenze professionali, maggiore capacità di collaborare, cooperare, comprendere il prossimo, infatti più della metà (un totale di circa 60%) dei partecipanti intervistati ritiene di percepire se stesso come più competente, dimostrando quanto l’esperienza ECoC possa innescare processi di evoluzione personale e sociale, ovvero processi di empowerment, volti araggiungere con piena soddisfazione propositi rilevanti per sé stessi e per la comunità.
La maggior parte delle persone coinvolte nell’indagine ha visto inoltre crescere il proprio interesse nei confronti delle arti, soprattutto performative, un tema di particolare importanza in un contesto come quello dell’Italia Meridionale che soffre storicamente un gap importante nei livelli medi di partecipazione culturale rispetto sia ad altre regioni italiane che ad altri Paesi europei. Matera 2019 dunque come buona prassi nel contesto delle Capitali Europee della Cultura e come esperienza particolarmente importante per quei territori mediterranei che guardano alla cultura come ad una potenziale risorsa di mobilitazione civica e di rafforzamento della coesione sociale.
3. Abitare la cultura
“Matera ha messo a disposizione la sua città, diventando un grande laboratorio urbano in cui la città ha agito da co-produttore di cultura. A Matera si sono usati 150 spazi che non erano mai stati considerati. Gli si è data un’altra scrittura dal punto di vista dell’uso e la dimensione inedita ne ha esaltato il valore. Questo rappresenta certamente un fatto che ha un valore emulativo e replicativo rispetto all’esperienza di Matera”. Con queste parole Mariavaleria Mininni, prof.ssa di Urbanistica e Paesaggio presso il DiCEM – Università degli Studi della Basilicata, ha evidenziato l’altra grande sfida per la città di Matera, quella di abitare la cultura. Lo studio condotto dalla Mininni si è dedicato ad analizzare gli spazi degli eventi e gli eventi negli spazi ed è emerso che Matera 2019 è riuscita ad attivare pratiche di riuso degli spazi seguendo i parametri più innovativi delle azioni di rigenerazione urbana praticate nelle più avanzate politiche urbane delle città europee, rispondendo ai principi di sostenibilità e innovazione.
4. Produrre cultura
“Con ECoC 2019 e successivamente le altre capitali italiane, le città sono tornate a progettare, hanno cominciato a rileggersi dandosi un senso di prospettiva. Matera ha fatto un lavoro di semina importante e i risultati ottenuti dimostrano che Matera 2019 è un progetto che ha funzionato”. Lo ha affermato Lucio Argano, esperto in progettazione culturale, che ha guidato il team di PtsClas sulla valutazione di un’altra grande sfida: produrre cultura in maniera originale e in loco.
“Matera2019 ha restituito uno storytelling narrativo, ma soprattutto simbolico importante. Altro aspetto che emerge chiaramente è che le prime infrastrutture culturali sono le persone e quindi ha lavorato sulle persone.
Altro elemento importante e distintivo è stato poi il protagonismo svolto dalla scena creativa locale, in cui i Project Leaders hanno potuto legittimare la loro vitalità artistica, ma anche organizzativa; hanno assunto una responsabilizzazione all’interno del progetto, attivando tra di loro anche pratiche collaborative. La Fondazione Matera-Basilicata 2019 – ha concluso Argano -può ancora svolgere un ruolo importante per il futuro, può essere una piattaforma che si esplicita in termini di abilitazione, facilitazione e mediazione lavorando sull’ordinarietà e non sulla straordinarietà che era l’anno da Capitale”.
A chiudere l’incontro il Vicepresidente della Fondazione Matera Basilicata 2019, Michele Somma “Dai dati presentati emerge che l’esperienza di Matera 2019 ha ridefinito il ruolo e la prospettiva di Matera e della Basilicata. Si è definito un prima e un dopo il 2019, comprendendo come la cultura può cambiare in meglio i destini di una comunità, diventando determinante per sviluppo sociale ed economico del territorio. Su questo patrimonio occorre ora investire per il futuro, con la consapevolezza che dovremo fare meglio con meno risorse, ma anche che si tratta di una sfida importantissima da raccogliere anche in nuove forme e da vincere”.
Il Report di monitoraggio e gli studi valutativi su Matera 2019 sono consultabili nella sezione Report 2019 del sito www.matera-basilicata2019.it