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Cartier e Baur sognavano lo stesso Oriente

Chiara Coronelli

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Milano. Sono almeno tre le visioni che si incrociano nel volume L’Asie Rêvée. Dans les Collections Baur et Cartier, appena pubblicato da 5 Continents Editions, e presentato ieri allo spazio Armani Libri. Visioni rivolte a Oriente: quella di Alfred Cartier (1841-1925), e poi dei figli Louis, Pierre e Jacques; quella del collezionista ginevrino Alfred Baur (1865-1951); e quella dell’editore Eric Ghysels che sceglie oggi di raccontare questo incontro in oltre trecento pagine.

Un lavoro prezioso, che fa luce sulla corrispondenza creativa nata dal dialogo tra Est e Ovest all’indomani dell’aprirsi dell’Estremo Oriente all’Europa, e che offre un solido contesto storico alla produzione della Maison parigina mettendola a confronto con le opere conservate alla Fondation Baur di Ginevra.

Alla serata sono intervenuti Eric Ghysels, Michel Aliaga, responsabile della comunciazione Cartier, ed Estelle Niklès van Osselt, curatrice della Fondation Baur oltre che del libro, dove firma uno dei testi. Hanno spiegato come L’Asie Rêvée intenda dimostrare che la puntualità di riferimenti all’arte orientale tra Otto e Novecento, e soprattutto negli anni Venti e Trenta del XX secolo, vada ben oltre il semplice esotismo.

Per quanto la passione europea per gli oggetti provenienti da Giappone e Cina abbia una componente di generica curiosità (vengono chiamate «curios» le stravaganze che fanno sognare Le mille e una notte agli occidentali), quello che i gioielli Cartier e le opere d’arte di Baur suggeriscono, è un orizzonte diverso: è la capacità di restituire un’ispirazione dopo averla fatta propria, a partire dalla conoscenza e dallo studio. Questo dimostrano i continui rimandi tra le due collezioni, in uno scambio dove forme e colori sembrano passare da una raccolta all’altra. Celebri bracciali derivano il loro disegno da stampe giapponesi e tessuti dipinti; le decorazioni di un vaso smaltato, di un kimono o di un pettine, diventano spille in diamanti; un gufo scolpito in agata si ritrova nel fermaglio cesellato di una borsa; mentre le libellule in rilievo sulla superficie di un inrō, contenitore per sigilli da appendere alla cintura, si trasformano in libellule in diamanti smeraldi e rubini, tra gli oggetti culto di Cartier. 

L’Asie Rêvée. Dans les Collections Baur et Cartier, a cura di Estelle Niklès van Osselt
, 336 pp., 5 Continents Editions, Milano 2016 , € 80,00

La copertina del volume

Chiara Coronelli, 18 marzo 2016 | © Riproduzione riservata

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