Federico Castelli Gattinara
Leggi i suoi articoliRoma. È appena partito il cantiere che riporterà a nuovo il soffitto ligneo e il fregio dipinto della sala delle Fatiche di Ercole di Palazzo Venezia, il primo e sicuramente tra i massimi esempi di architettura civile a Roma nel Quattrocento. Fatto costruire subito dopo la metà del secolo dal cardinale veneziano Pietro Barbo, più tardi salito al soglio pontificio col nome di Paolo II, per secoli fu sede prima dell’ambasciata della Repubblica di Venezia, da cui il nome, e poi di quella austriaca, passando solo nel 1916 allo Stato italiano.
La sala delle Fatiche di Ercole, detta anche sala dei Paramenti perché un tempo destinata ai paramenti sacri di Paolo II, si trova al piano nobile, ultima stanza dell’appartamento Barbo. Il nome deriva dal fregio dipinto, che corre sotto il soffitto ligneo di derivazione ancora tardogotica, che ritrae otto delle dodici fatiche di Ercole più quattro fontane con amorini che giocano. Il tema profano-mitologico, che diverrà comune nel Rinascimento maturo, non deve stupire affatto: «Proprio il pontefice consegnato alla storia come il papa antiumanista, avversario della cultura classica, che sciolse l’Accademia di Pomponio Leto, stabilì la celebrazione di uno dei miti più noti del mondo antico, senza temere di essere accusato di empietà. La scelta della figura di Ercole trova la sua spiegazione nella (…) ormai lunga tradizione esegetica che dai primi secoli del Cristianesimo aveva elevato la figura di Ercole a prefigurazione cristologica» (Carolina Vigliarolo). L’autore del fregio è ancora sconosciuto, stile e qualità delle scene hanno fatto avanzare varie ipotesi, tra cui scuola del Mantegna, Girolamo da Cremona, Giuliano Amidei, questi ultimi due pittori e miniatori.
Il restauro appena avviato, finanziato tramite una donazione liberale della Fondazione Silvano Toti, durerà circa quattro mesi, sotto la direzione di Paolo Castellani del Polo Museale del Lazio. Interverrà sia con indagini diagnostiche e rilievi grafici, sia con opere di disinfezione e disinfestazione delle parti lignee, pulitura e consolidamento di intonaci e pitture, revisione di vecchi restauri ed eventuali reintegrazioni. Ci si augura che i lavori aiuteranno a saperne di più anche sull’autografia del fregio con le storie di Ercole. Da settembre il pubblico avrà possibilità di accedere al cantiere con visite guidate gratuite.
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