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I maggiori maestri ceramisti di Castelli nella collezione Paparella Treccia a Pescara
- Giorgio D'Orazio
- 10 giugno 2020
- 00’minuti di lettura

Una delle maioliche antiche esposte al Museo Paparella Treccia-Devlet
Giorgio D'Orazio
Leggi i suoi articoliUna villa ottocentesca dall’architettura eclettica custodisce, nel centro di Pescara, la collezione di antiche maioliche di Castelli raccolta in quarant’anni da Raffaele Paparella Treccia, poi donata dal compianto ortopedico al Comune di Pescara assieme alla Villa Urania. È nata così la Fondazione Museo R. Paparella Treccia - M. Devlet, intitolata al professore e a sua moglie Margherita Devlet.
La raccolta è composta da 151 pezzi della migliore produzione maiolicara artistica castellana, ordinati cronologicamente e realizzati dai maggiori maestri ceramisti attivi tra il XVI e il XIX secolo, tra questi Francesco Grue (1618-73), il figlio Carlo Antonio Grue (1655-1723) e il nipote Francesco Antonio Saverio (1686-1746), e i principali esponenti delle famiglie Gentili, Cappelletti e Fuina.
Il percorso si dipana tra oggetti d’interesse storico e artistico, documentando il passaggio dallo stile compendiario a quello istoriato. Tra le opere esposte la più completa testimonianza di un servito alle armi di età barocca di 19 esemplari (eseguito nella bottega di Francesco Grue) e anche il più antico esemplare castellano di zuppiera, opera di Carlo Antonio Grue.
E ancora, due importanti vasi da consolle prodotti per l’imperatore Leopoldo I d’Austria, poi passati ai Savoia. La Fondazione Museo, presieduta da Augusto Di Luzio, oltre alle ceramiche custodisce antichi dipinti a olio, tra cui una Natività del Quattrocento e un autoritratto di Pietro Santi Bambocci (1711). All’esposizione permanente si affiancano mostre temporanee di pittura e scultura, in particolare dell’Otto e Novecento, e vari progetti culturali, editoriali e didattici.