Luisa Martorelli
Leggi i suoi articoliNapoli. Il 22 gennaio la Soprintendenza per il Polo Museale di Napoli e della Reggia di Caserta riapre il percorso dei Sotterranei gotici della Certosa e Museo di San Martino di Napoli, fondato in età angioina da Tino da Camaino. Lo spazio è tra i più suggestivi del complesso certosino e si presenta con una sequenza di imponenti arcate, ben visibili anche dall’esterno. La loro storia è segnata da numerosi tentativi di recupero. Nel 1986 fu avviato un restauro architettonico e adeguamento impiantistico, col contributo del Rotary Club e, nel 2000, nel corso di un nuovo ordinamento del museo, i Sotterranei gotici divennero luogo di raccolta di sculture, epigrafi e frammenti di lapidi fino a quel momento depositate nelle sale del lato nord del museo e nel portico del Noviziato.
L’esposizione attuale comprende centoquarantaquattro opere in marmo, distribuite in ordine cronologico (dal XIII al XVIII secolo) ma anche topografico, con un accorpamento di testimonianze lapidee disposte in base alla provenienza di un comune contesto urbanistico (chiese, palazzi, castelli, vie, piazze della città). Dalla trecentesca Cappella, testimonianza del più antico insediamento di età angioina, il percorso si snoda nella penombra delle poderose arcate ogivali del corridoio per concludersi in un ambiente absidale circoscritto. Tra i marmi antichi più rimarchevoli, risalta la lastra con Aquila e lepre e il frammento di pulpito con Aquila e cartiglio. Nella serie di sculture trecentesche, due pezzi provenienti dalla Basilica di Santa Chiara: il sarcofago di Beatrice del Balzo (ricavato dal reimpiego di una vasca romana del I secolo d.C.) e il frammento della Figura femminile giacente, forse Maria di Valois, della bottega dello scultore-architetto Tino di Camaino. Oltre a rare testimonianze, come la Lapide del 1236 del palazzo della Vicaria , numerose sono le sculture del Tre, Quattro e Cinquecento. Nello stesso ambiente si trovano l’Allegoria velata (forse una Modestia), scolpita da Angelo Viva, che richiama le celebri sculture della Cappella Sansevero.
Visite solo su prenotazione sabato e domenica al seguente indirizzo: accoglienza.sanmartino@beniculturali.it.
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