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Niente fondi per il Salinas

Silvia Mazza

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In attesa di essere trasferita al museo di Aidone «La testa di Ade», trafugata negli anni ’70 dal sito archeologico di Morgantina e rientrata in Italia il 29 gennaio scorso, ancora oggetto di indagini da parte della magistratura, è stata esposta nel Museo Salinas, che ne ha la custodia giudiziaria. Per l’Archeologico di Palermo non si tratta che dell’ultima iniziativa di un calendario fittissimo di eventi promossi dalla direttrice Francesca Spatafora.

Il Salinas è un museo che viaggia a due velocità: quella che rilancia sul web 2.0 gli straordinari sforzi della direzione per mantenerlo «vivo», nonostante la chiusura (fatta eccezione per 4 salette del piano terra, che allestite per mostre temporanee sono riuscite a fare più di 51mila visitatori nel 2015) e quella lentissima del restauro e del riallestimento che di fatto tiene in ostaggio da sette anni il museo più antico e prestigioso di Sicilia.

Sforzi in solitudine, perché non sostenuti con convinzione né dall’amministrazione centrale dei beni culturali siciliani né dagli assessori al ramo succedutisi in breve sequenza negli ultimi anni, per i quali il completamento dell’esposizione (1° e 2° piano) non sembra essere una priorità. Già, perché anche se il progetto dal 2014 è definitivo e quindi appaltabile, non è stato inserito in nessun canale di finanziamento.

Fondi che non sono mai stati previsti fin dall’inizio di quest’intervento, come all’epoca denunciato da Alessandra Mottola Molfino. E anche per l’allestimento del piano terra, ritardato da numerosi intoppi amministrativi, anche se si prevede di concluderlo, spiega la Spatafora, «tra la fine di giugno e i primi giorni di luglio», per aprirlo restano da risolvere «i problemi legati al personale di custodia da reintegrare».

Dopo la conclusione del restauro dell’edificio l’anno scorso, a settembre, infine, si chiuderanno i lavori per la copertura a vetri del terzo cortile e del loggiato su via Roma.

Silvia Mazza, 15 giugno 2016 | © Riproduzione riservata

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