Bozena Anna Kowalczyk
Leggi i suoi articoliAl Museo Nazionale, di fianco alle sale che ospitano la bella mostra di Guercino (fino al 2 febbraio), una sontuosa festa ha accompagnato la presentazione del calendario commissionato da Generoso di Meo a Massimo Listri con le foto di Varsavia secondo i dipinti di Bellotto. Le vedute della capitale polacca, gli ultimi capolavori del vedutista veneziano, si susseguivano proiettate sul grande schermo, ricordando una Varsavia settecentesca ma anche la sua ricostruzione secondo gli stessi quadri. La città che ora sta vivendo un nuovo rinascimento nutre un’affezione particolare per Bellotto (guai non chiamarlo lì Canaletto, come egli stesso si nominava). Il calendario di Listri è un omaggio a Bellotto e a Varsavia, ma anche una sfida tra l’obiettivo di una macchina fotografica e la camera ottica di un vedutista. L’idea era quella di ricreare con le foto le vedute del veneziano, ma conservandone le belle chiese e i palazzi barocchi con gli alti tetti a tegole rossicce, per lo più elevati proprio nei tempi di Bellotto, e anche i cieli, che di quella città hanno colto le mutevoli atmosfere. Gli scatti dei luoghi dove ora si trovano le stesse architetture, per lo più ricostruite, sono entrati nei quadri di Bellotto, proiettandoli ai tempi moderni. La macchina fotografica si è sostituita alla camera oscura, strumento ottico basato sul principio molto similare ma d’impiego diverso. Bellotto, allievo di Canaletto, ne seguì il metodo di lavoro, superandolo nel rigore prospettico delle sue vedute, più reali della realtà: costruite nello studio, sulla base di riprese parziali, mostrano infatti più di quello che l’occhio o la macchina fotografica può riprendere dallo stesso punto di vista, aprono le vie troppo strette o ne variano il percorso, avanzano gli edifici più rilevanti per indagarne i dettagli. Di qui, lo iato tra la realtà fotografica di Listri e quella intellettuale di Bellotto, a dimostrare, utilmente, ancora una volta, che il Vedutismo è un’arte basata su principi diversi da quelli della fotografia.
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