La quinta edizione della Biennale di Kiev (Kyiv Biennial) oltrepassa i confini della capitale ucraina per coinvolgere anche le città di Ivano-Frankivsk e Uzhhorod, a est del Paese, Berlino, Varsavia, Lublino, centro della Polonia orientale e storico crocevia mercantile e diplomatico, Anversa e Vienna.
A quasi due anni dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina, con le devastanti conseguenze che questa ha determinato, la possibilità di articolare nella sola Kiev un intero progetto della portata di una biennale d’arte è apparsa impossibile. La kermesse ha assunto così l’aspetto di un evento europeo realizzato in collaborazione con le principali istituzioni nel campo dell’arte contemporanea.
Pensandoci bene, già la precedente edizione nel 2021, che esplorava varie forme storiche ed esempi contemporanei di alleanze culturali e politiche nell’Europa dell’Est e oltre, e la loro capacità di creare nuovi formati sociali, lasciava presagire la possibilità di un successivo format espositivo esteso e condiviso.
Quindi, a partire dalla prima mostra al Dovzhenko Centre di Kiev, «The River Wailed Like a Wounded Beast», dal 4 al 28 ottobre, sono 11 le mostre in programma nelle varie sedi cittadine, tre i «Postcard project» nella sola città di Anversa e una conferenza, il 23 ottobre, al museo d’arte moderna di Varsavia dal tema tristemente attuale «I musei ucraini nella guerra tra Russia e Ucraina: Professionalità, cooperazione, solidarietà». Le sfide culturali, sociali e ambientali che l’Ucraina sta attualmente affrontando, traslate in un contesto globale, sono al centro dell’intera rassegna che si concluderà nel 2024 a Berlino. Per il programma dettagliato si può consultare il sito ufficiale: 2023.kyivbiennial.org.
La «main exhibition» apre all’Augarten Contemporary di Vienna il 17 ottobre (sino al 17 dicembre) ed è curata dal team fondatore della biennale. Il progetto qua ospitato intende contribuire a reintegrare la comunità artistica ucraina, divisa dalla guerra e dispersa in tutta Europa. Il dialogo promosso tra le opere di quasi 60 artisti ucraini e internazionali costituisce il nucleo del percorso che comprende lavori disparati, installazioni e documentari d'inchiesta ambientati nel contesto della realtà catastrofica della guerra, ma anche opere che esplorano possibili strategie di uscita dalla situazione attuale.
Forum internazionale per l’arte, la Biennale di Kiev contempla nella sua mission anche la divulgazione dell’attuale stato politico e per questo, oltre le mostre, prevede diverse piattaforme di discussione. Come specificato sul suo sito, la kermesse «adotta una prospettiva interdisciplinare all’incrocio tra arte, scienze umane e attivismo politico per riflettere sulle questioni cruciali del mondo di oggi».
Ripercorrendo la storia, ancor breve, della Biennale di Kiev, la sua prima edizione, intitolata «The School of Kyiv», si era svolta nel 2015 ed era stata caratterizzata dalla presenza di sei «scuole», piattaforme concettuali che promuovevano il dialogo tra artisti, intellettuali e pubblico ucraino e internazionale.
Nella primavera del 2016, la Scuola di Kiev si è estesa all’Europa e i suoi dipartimenti sono stati aperti in diverse capitali culturali. L’edizione successiva, «The Kyiv International-Kyiv Biennial» nel 2017, ha esplorato il potenziale emancipatorio dell’idea di Internazionale politica. La seconda parte di questo evento, chiamata «The Kyiv International-’68 Now», si è svolta nel maggio 2018, a ricordare il 50mo anniversario del maggio 1968.
La terza edizione, nel 2019, «Black Cloud», si è concentrata sul ruolo politico e culturale delle moderne tecnologie dell’informazione e sulle trasformazioni sociali avvenute nell’Europa orientale negli ultimi tre decenni. «Allied-Kyiv Biennial», nel 2021, curata dalla East Europe Biennial Alliance, si è concentrata sulla possibilità di creare nuove sinergie collettive.