VENERDÌ 12 GENNAIO 2024
NOTIZIE IN BREVE | 11 NOTIZIE
- 01 In Francia Rachida Dati torna al Governo (questa volta al Ministero della Cultura)
- 02 Si restaura il baldacchino di San Pietro nella Basilica Vaticana
- 03 Scoperta in Messico un’urna funeraria dedicata al dio maya del mais
- 04 Era stata fondata nel 1805: l’Accademia d’arte della Pennsylvania chiuderà definitivamente alla fine del prossimo anno accademico
- 05 Oggi 12 gennaio riapre a Torino, dopo oltre 10 anni di lavori, il Museo Regionale di Scienze Naturali
- 06 Polemiche per la Riserva del Borsacchio in Abruzzo ridotta del 98%
- 07 Il padre di tutti i francobolli vale 2 milioni di dollari
- 08 Nell’hub di Santa Maria Novella a Firenze sarà presente anche il Museo Galileo
- 09 Gli arredi e gli oggetti dell’attico di Elton John ad Atlanta in asta da Christie’s
- 10 Ora la Domus Aurea si può esplorare grazie a un podcast
- 11 La nuova direttrice del Palais des Beaux-Arts di Lille è Juliette Singer
In Francia Rachida Dati torna al Governo (questa volta al Ministero della Cultura)
Ieri sera 11 gennaio il presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron e il primo ministro Gabriel Attal hanno presentato il nuovo Governo transalpino, caratterizzato dal mantenimento di diversi pesi massimi e dal ritorno di Rachida Dati, ex ministro della Giustizia di Nicolas Sarkozy, che ora è stata nominata ministro della Cultura. È stata la stessa sindaca del VII Arrondissement ad annunciare la sua nomina a questo dicastero ai rappresentanti eletti parigini durante una videoconferenza. Éric Ciotti, presidente del partito Les Républicains (che finora è stato il partito di Dati) ne ha immediatamente annunciato l’esclusione. «Siamo all’opposizione, quindi traiamo le conseguenze della sua scelta con rammarico», ha detto a proposito di Dati che avrebbe avuto buone possibilità di essere il candidato della destra come sindaco di Parigi nel 2026. [Le Figaro]
Si restaura il baldacchino di San Pietro nella Basilica Vaticana
Partirà a metà febbraio, e durerà dieci mesi, il restauro del Baldacchino di San Pietro, capolavoro del Bernini. I lavori, presentati nella Sala Stampa della Santa Sede, saranno completati entro l’inizio del Giubileo e consentiranno il regolare svolgimento delle celebrazioni liturgiche. Gli interventi di manutenzione straordinaria si sono resi necessari a causa della patina scura, composta da polveri e da sostanze grasse utilizzate nel corso di passati interventi di manutenzione, che ricopre tutte le superfici del monumento polimaterico, realizzato in bronzo brunito e dorato. L’opera, inoltre, è segnata da rigonfiamenti dovuti a fenomeni di alterazione del bronzo, sconnessioni e distacchi nel cielo del baldacchino, con il bassorilievo della colomba dello Spirito Santo. Come ha detto Pietro Zander, responsabile della sezione Necropoli e Beni Artistici della Fabbrica di San Pietro in Vaticano, sarà effettuato uno studio sul microclima della Basilica, «che consentirà di adottare le necessarie provvidenze e di predisporre un adeguato piano di ordinaria manutenzione per tutti i monumenti». L’intervento si articolerà in tre fasi: accantieramento con la progettazione delle impalcature di lavoro; diagnostica preliminare ed in corso d’opera con documentazione grafica e fotografica; restauro delle superfici metalliche, lapidee e lignee.
Scoperta in Messico un’urna funeraria dedicata al dio maya del mais
In Messico gli archeologi dell’Istituto Nazionale di Antropologia e Storia (Inah) hanno compiuto un’importante scoperta durante la costruzione del progetto del Treno Maya, il cui primo tratto è stato inaugurato il mese scorso. Gli specialisti hanno individuato un’urna funeraria raffigurante il dio maya del mais nello stile Paakztaz, originario della zona del fiume Bec. Il manufatto risale all’epoca classica, un periodo compreso tra il 680 e il 770 d.C. In una conferenza stampa tenuta l’8 gennaio, il direttore generale dell’Inah Diego Prieto Hernández lo ha descritto come «un vaso di argilla grezza che contiene i resti mortali di una persona». Si pensa che il vaso sia la metà di una coppia, il che porta gli archeologi a sospettare che sia stato originariamente costruito come offerta di fondazione. È decorato con glifi del simbolo maya «ik», un riferimento al vento e alle sue caratteristiche divine, e con una piccola figura antropomorfa costruita con pastiglie, un riferimento, secondo l’Inah, alla divinità «nella sua rappresentazione come spiga di grano in fase di crescita».
Era stata fondata nel 1805: l’Accademia d’arte della Pennsylvania chiuderà definitivamente alla fine del prossimo anno accademico
La Pennsylvania Academy of the Fine Arts (Pafa), fondata nel 1805 dagli artisti Charles Willson Peale e William Rush come prima scuola d’arte degli Stati Uniti, chiuderà il suo college alla fine del prossimo anno accademico. Il museo dell’istituzione rimarrà aperto. Eric Pryor, presidente dell’Accademia, ha diramato una lettera aperta in cui chiarisce che il college chiuderà dopo l’anno accademico 2024-25, citando come cause l’aumento dei costi e il calo degli iscritti. La decisione era stata approvata dal Cda dell’ente dopo che i tentativi di salvare il college erano falliti. «Il settore dell’istruzione superiore è sempre più ostico a causa dell’aumento dei costi, dell’ampliamento dei requisiti e della diminuzione delle iscrizioni», ha scritto Pryor nella lettera. «I college e le Università della nostra regione e di tutto il Paese stanno lottando contro questa deriva. La Pafa, purtroppo, non fa eccezione».
Oggi 12 gennaio riapre a Torino, dopo oltre 10 anni di lavori, il Museo Regionale di Scienze Naturali
Un protagonista d’eccezione per annunciare la riapertura oggi 12 gennaio del Museo Regionale di Scienze Naturali, finalmente restituito alla cittadinanza dopo oltre 10 anni di lavori necessari a seguito dell’incendio dell’agosto 2013, che ha provocato la chiusura del museo e la necessità di opere di ripristino della zona interessata dallo scoppio, oltre che interventi strutturali e di messa in sicurezza e a norma dell’intero edificio. In programma anche, dal 12 gennaio al 2 febbraio, una maratona di talkshow («Porte aperte alla scienza»), organizzata dalla Regione Piemonte e dalla Fondazione Circolo dei lettori.
Polemiche per la Riserva del Borsacchio in Abruzzo ridotta del 98%
Con un emendamento alla legge di bilancio, nella notte del 29 dicembre scorso il Consiglio regionale dell’Abruzzo, a maggioranza di destra, ha ridotto la Riserva regionale del Borsacchio nel teramano da 1.100 ettari a 24. In un comunicato l’associazione di agricoltori, proprietari e residenti a Roseto zona Borsacchio ha plaudito alla legge perché risponde a una loro richiesta portata «avanti da tempo», perché la riserva, istituita 18 anni fa, imponeva «vincoli fortissimi e ingiustificati a chi ci vive e lavora», ora «sul mare ci sarà una giusta, fortissima, tutela, e la riserva diventerà finalmente presto operativa». La legge ha però scatenato critiche molto dure tra cui quelle del Wwf Italia. La delegata per l’Abruzzo Filomena Ricci al «Giornale dell’Arte» spiega: «Si cancella il 98% della riserva lasciando solo il lembo costiero, si elimina la parte collinare compromettendo anche vari ecosistemi. Agli agricoltori della zona ricordo che in tutte le riserve d’Abruzzo l’agricoltura si svolge normalmente e anzi le aree protette possono essere un valore aggiunto. Gestiamo l’oasi dei calanchi di Atri, sempre nel teramano, con un rapporto continuo con agricoltori e allevatori dentro la riserva. Quella del Borsacchio ha preservato le colline da una urbanizzazione eccessiva, non permetteva di costruire nuova edilizia». Il piano di assetto naturalistico ancora mancava. «Era in dirittura d’arrivo e i documenti che lo certificano erano usciti, risponde Ricci. Chiediamo una nuova legge che ripristini i confini precedenti».
Il padre di tutti i francobolli vale 2 milioni di dollari
Sotheby’s ci restituisce uno sguardo sulle prime forme di comunicazione moderna: va in asta il 2 febbraio a New York (stime 1,3-2,5 milioni di dollari) una busta affrancata con il Penny Black, il primo francobollo. Esposta nel 2014 allo Smithsonian National Postal Museum e descritta come «la Genesi della filatelia», è riconosciuta come la prima lettera inviata utilizzando un francobollo postale. L’affrancatura del Penny Black fu disponibile dal primo maggio 1840, ma non venne accettata per la posta fino al 6 del mese. Nella fattispecie, la lettera venne inviata il 2 maggio e sull’angolo in basso a sinistra della busta si legge «prepaid», prepagato. Il pagamento anticipato aveva eliminato la necessità per i postini di trasportare soldi, riducendo anche i rischi di contraffazione. La stessa busta della lettera venne poi ingegnosamente capovolta e rispedita il 4 maggio, rivelando sul fronte un’incisione di William Mulready. Si tratta di un’allegoria della Britannia che invia i suoi messaggeri in tutto il mondo, con le rappresentazioni dell’Asia e del Nord America negli angoli superiori.
Nell’hub di Santa Maria Novella a Firenze sarà presente anche il Museo Galileo
Anche il Museo Galileo troverà spazio nel futuro hub culturale promosso dal Comune di Firenze nel grande complesso ex conventuale di Santa Maria Novella. Grazie a una convenzione gratuita decennale e rinnovabile, il museo potrà così ampliare le sue seguitissime attività laboratoriali e didattiche e le mostre temporanee, che saranno dedicate a significativi aspetti della storia della scienza a livello internazionale, con particolare riguardo per Firenze e la Toscana. Altra tematica di grande attualità sarà lo studio del contributo delle nuove tecnologie, in collaborazione con l’Università e altri centri di ricerca. Il Galileo Lab occuperà gli spazi al primo piano del Chiostro Grande che sovrastano l’ex dormitorio e sarà inserito nella nuova app Firenze-Percorsi della scienza, mirata a una più profonda conoscenza del vasto patrimonio scientifico-culturale della città da parte di visitatori, cittadini, famiglie e scuole.
Gli arredi e gli oggetti dell’attico di Elton John ad Atlanta in asta da Christie’s
Elton John ha detto addio al suo attico di Peachtree Road ad Atlanta e con esso ha messo in vendita tutta la collezione di opere d’arte e abiti di scena presenti al suo interno. Christie’s ha appena annunciato di essersene aggiudicato il mandato e di aver organizzato una mostra immersiva nelle sue sale al Rockfeller Center di New York dal 9 febbraio dal titolo «Goodbye, Peachtree Road». Gli oltre 900 cimeli appartenenti al cantante britannico (76 anni) saranno messi all’asta in otto sessioni dal 21 al 28 febbraio con un incasso previsto di 10 milioni di dollari. La sua collezione, tanto audace e stravagante quanto personale e toccante, fa emergere aspetti meno noti dell’artista, come il suo amore per la fotografia che ha iniziato a collezionare negli anni Novanta con l’aiuto della gallerista Jane Jackson. In asta ci saranno alcuni lotti di spicco, come il pianoforte a coda Yamaha con cui ha suonato le canzoni dei musical «Broadway» e «Aida», i costumi a firma Gianni Versace e un’opera di Damien Hirst personalizzata.
Ora la Domus Aurea si può esplorare grazie a un podcast
Raccontare la storia del più celebre e calunniato imperatore dell’antica Roma, attraverso la riscoperta dell’unico luogo dove tuttora riecheggia il suo spirito: la Domus Aurea. Questo è il filo conduttore di «Dov’è Nerone», un nuovo podcast prodotto dal Parco archeologico del Colosseo con il coordinamento e la supervisione di Francesca Guarneri e Federica Rinaldi. «Dov’è Nerone» è dedicato all’esplorazione della Domus Aurea e dei misteri legati all’imperatore che la costruì. Nel corso di quattro puntate, l’autore e regista Luca Lancise guiderà gli ascoltatori in un viaggio nel passato, svelando segreti nascosti e tracce deliberatamente cancellate. La prima puntata, intitolata «La tomba dell’Imperatore», è stata rilasciata il 7 gennaio. La prossima puntata, dal titolo «L’albero infernale», è in programma per il 14 gennaio, e coinciderà con l’ultimo giorno della mostra inaugurata lo scorso 22 giugno e dedicata all’imperatore «L’Amato di Iside. Nerone, la Domus Aurea e l’Egitto»,curata da Alfonsina Russo, Francesca Guarneri, Stefano Borghini e Massimiliana Pozzi. Seguiranno la terza puntata il 21 gennaio «La casa e la città» e la quarta il 28 gennaio «La luce e l’ombra».
La nuova direttrice del Palais des Beaux-Arts di Lille è Juliette Singer
Juliette Singer sarà la nuova direttrice del Palais des Beaux-Arts e del Musée de l’Hospice Comtesse a partire dal prossimo primo aprile, dopo un concorso con ben 15 candidature (6 uomini e 9 donne) e due turni di colloqui. Singer è curatrice capo del Petit Palais di Parigi dal gennaio 2020. È stata curatrice capo responsabile dell’arte moderna e contemporanea al Louvre Abu Dhabi per quattro anni (2016-20): qui si è occupata del periodo compreso tra l’Ottocento e il XXI secolo. In precedenza, è stata direttrice delle collezioni dei Paris Musées (2013-16) e curatrice dei musei di Boulogne-Billancourt (2010-13).