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Questa non è una classifica. Non esiste una formula oggettiva per misurare l’influenza, che non coincide con il potere, la notorietà o il valore di mercato. È qualcosa di più sottile: una combinazione di posizioni, azioni, idee, visioni, reti e continuità nel tempo. La Power 100 de «Il Giornale dell’Arte» riunisce le 100 figure italiane più influenti nel sistema dell’arte contemporanea di oggi. Un ritratto collettivo, soggettivo e ragionato, di chi durante l’anno ha inciso concretamente su ciò che si osserva, discute, valorizza, colleziona, cura o produce nel campo dell’arte. Elaborare una lista come questa significa analizzare con attenzione il funzionamento del sistema dell’arte, portare alla luce dinamiche di influenza spesso indirette, per offrire una mappa utile a chi osserva il mondo dell’arte con occhi nuovi o in cerca di direzioni future. I nomi sono in ordine alfabetico, senza gerarchie: l’obiettivo è offrire un’immagine corale delle presenze attive che, ciascuna a modo suo, contribuiscono oggi a rendere significativa la scena italiana. Dietro questa selezione c’è un gruppo di decine e decine di esperti e osservatori che «Il Giornale dell’Arte» ha riunito e consultato per dar forma a un quadro il più possibile ampio, informato e consapevole. Ogni nome è stato valutato sulla base di elementi verificabili: incarichi ricoperti, impatto su istituzioni e pubblico, iniziative culturali promosse, influenza progettuale e capacità di orientare scelte, linguaggi e investimenti.
La selezione parte da ciò che è avvenuto nell’ultimo anno, ma non si limita all’attualità. Conta l’impatto duraturo: la capacità di attivare trasformazioni, di spostare prospettive, di lasciare tracce che resistono oltre ruoli, incarichi e stagioni. Da questa selezione emerge il ritratto di un sistema articolato, fatto di voci diverse e ruoli complementari. Accanto ad artisti affermati ed emergenti, trovano spazio curatori, direttori di museo, galleristi, editori, imprenditori, collezionisti, avvocati, advisor, mecenati, designer, architetti e responsabili di istituzioni pubbliche e private. Ma non ci sono i politici, e non ci sono volutamente: un politico può essere ininfluente, o se è influente fa soltanto il suo lavoro. Ma sarà comunque giudicato a fine mandato, e magari oltre. Scegliamo di non farlo in questa sede, «super partes». Non ci sono neanche alcune figure che molti di voi giudicheranno fondamentali nel panorama italiano attuale, in rappresentanza di un ente capace di progettare, produrre, organizzare, sostenere, e non solo finanziare. Parliamo di Intesa Sanpaolo (e del suo Progetto Cultura e ovviamente delle Gallerie d’Italia e delle sue quattro sedi).

Henni Alftan, Ace, 2025 © Sprüth Magers

Alex Katz, The cocktail party, 1965
Ma per evidenti questioni di opportunità non sono entrate nella «Power 100», poiché da dicembre 2024 Intesa Sanpaolo, insieme a Fondazione 1563 per l’Arte e la Cultura della Compagnia di San Paolo e Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, guida la proprietà de «Il Giornale dell’Arte» e delle edizioni Allemandi. Ci sono però molti altri protagonisti: c’è chi costruisce programmi espositivi in grado di segnare il ritmo culturale di un territorio, chi promuove nuovi linguaggi, chi scommette su talenti non ancora emersi o sulla vitalità delle «periferie». C’è chi mette in dialogo l’arte con il cinema, la moda, la scuola, la spiritualità, l’ambiente o il mercato. Molti operano su più fronti, spesso assumendo ruoli diversi e contribuendo a una scena sempre più fluida e interconnessa. L’impatto culturale e sociale di molte di queste figure è sempre più evidente: influenzano il modo in cui l’arte viene raccontata e vissuta, alimentano riflessioni critiche su temi urgenti, dall’ambiente alla tecnologia, dall’identità all’innovazione sociale, e aprono percorsi per chi oggi studia, lavora o farà ricerca nel settore. Stilare una lista come questa significa anche fare un bilancio: guardare chi è presente, chi è assente e chiedersi il perché; interrogare le logiche del potere culturale, capire chi ha voce nelle scelte, quali percorsi vengono legittimati e quali continuano a restare esclusi. Il sistema dell’arte non segue una gerarchia lineare, ma si costruisce nell’interazione tra funzioni diverse, spesso interdipendenti, a volte in tensione tra loro. Per leggere davvero il presente dell’arte italiana serve uno sguardo d’insieme, capace di cogliere connessioni e contrasti.