«Not for sale»: la collezione Thannhauser

50 opere lasciano per la prima volta il Guggenheim

«Haere Mai», 1891, di Paul Gauguin. Solomon R. Guggenheim Museum, New York Thannhauser Collection, Gift, Justin K. Thannhauser.  © Solomon R. Guggenheim Foundation, New York (Srgf)
Ada Masoero |  | Milano

Tutto iniziò con la galleria d’arte che Heinrich Thannhauser inaugurò nel novembre 1905 a Monaco di Baviera. La chiamò Moderne Galerie perché volle puntare sull’arte più recente, francese e tedesca: nel 1911 la galleria fu la culla del Blaue Reiter di Kandinskij, nel 1913 presentò una grande mostra di Picasso e presto alla sede di Monaco, grazie anche al figlio Justin, si aggiunsero altre filiali a Lucerna, a Berlino e, dopo la morte di Heinrich, a Parigi, dove la famiglia si riparò nel 1937 (i Thannhauser erano ebrei), poco prima della famigerata mostra dell’«arte degenerata» e della messa al bando, da parte dei nazisti, delle opere d’avanguardia dei musei tedeschi.

Nel 1940, con la Francia occupata, Justin (1892-1976) trovò riparo a New York dove, facendo il mercante privatamente, prese anche a formare la sua collezione privata: «not for sale» era l’annotazione sulle opere che aveva
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