LUNEDÌ 22 MAGGIO 2023
NOTIZIE IN BREVE | 12 NOTIZIE
- 01 I premi della 18ma Biennale dell’Architettura di Venezia e una rassegna stampa
- 02 Tre artisti ghanesi non hanno avuto il visto per la Biennale di Venezia. Le accuse di Lesley Lokko e la risposta dell’ambasciatrice italiana in Ghana
- 03 Il Museo Classis Ravenna accoglie gli alluvionati
- 04 Annunciata per il 2024 una mostra di de Kooning alle Gallerie dell’Accademia di Venezia
- 05 Risentimenti egiziani per le rappresentazioni «nere» degli antichi Egizi in una mostra a Leida
- 06 Uno scrittore in residenza al museo: J. M. Coetzee al Prado
- 07 L’edizione 2023 dell’Art Fund Museum of the Year
- 08 Nasce MU-Mudec United, rivista del Mudec di Milano
- 09 L’Antico Caffè Greco di Roma nuovamente sotto sfratto, ma è una situazione di impasse
- 10 Una nuova opera di Chiara Dynys donata al Museo Fortuny di Venezia
- 11 Un progetto di educazione civica incentrato sulla memoria della Shoah
- 12 Mostre che aprono Julie Polidoro al Palazzo delle Esposizioni di Roma.
I premi della 18ma Biennale dell’Architettura di Venezia e una rassegna stampa
È il Brasile, con il padiglione «Terra» (Earth), curato da Gabriela De Matos e Paulo Tavares, a vincere il Leone d’Oro per la miglior partecipazione nazionale alla Biennale di Architettura 2023. Il Leone d’Oro per la miglior partecipazione è andato allo studio di architettura Daar, collettivo di architetti formato da Alessandro Petti e Sandi Hila, grazie al progetto «Ente di Decolinizzazione-Borgo Rizza», esposto alle Corderie dell’Arsenale. Il Leone d’Oro alla carriera, invece, spetta a Demas Nwoko, artista, designer e architetto nigeriano, tra i più affermati esponenti del movimento di arte moderna del suo paese. Infine, il Leone d’Argento a un promettente giovane partecipante è andato a Olalekan Jeyifous, artista visivo nigeriano con sede a Brooklyn, «per un lavoro che esplora una pratica di costruzione capace di allargare le prospettive, offrendo visioni di un futuro decolonizzato, decarbonizzato». Nel primo giorno di apertura, la mostra veneziana ha visto l’ingresso di 7.500 visitatori. A due giorni dall’apertura al pubblico della 18ma Biennale di Architettura di Venezia, distribuita tra Giardini, Arsenale e Forte Marghera, pubblichiamo una rassegna stampa sulla mostra.
Ritratto di Lesley Lokko, dai romanzi rosa alla Biennale di Architettura, di Giuseppe Fantasia, per elledecor.com
Biennale Architettura 2023: le foto della mostra curata da Lesley Lokko, galleria fotografica per living.corriere.it
Biennale Architettura: il Leone d’Oro al Brasile, premiato alla carriera il nigeriano Demas Nwoko, di Redazione Cultura, per repubblica.it
Al Padiglione Italia della Biennale abbiamo visto la nuova architettura italiana, di Mattia Giusto Zanon, per esquire.com
Archistar addio: il Padiglione Italia della Biennale di Architettura 2023 è un inno alla condivisione. E vale la visita, di Nicoletta Spolini, per vogue.it
Alla Biennale Architettura tutti parlano del tempo, di Mattia Carzaniga per rollingstone.it
La Cina abbandona la Biennale offesa dal video olandese sulla situazione nei campi di rieducazione del Xinjiang, di Alberto Francesconi, per ilgazzettino.it
Tre artisti ghanesi non hanno avuto il visto per la Biennale di Venezia. Le accuse di Lesley Lokko e la risposta dell’ambasciatrice italiana in Ghana
In un’intervista alla pubblicazione specializzata «Building Design», la curatrice della 18ma Biennale di Architettura di Venezia Lesley Lokko ha dichiarato di aver avuto problemi con l’Ambasciata italiana in Ghana, guidata da Daniela d’Orlandi, che a suo dire avrebbe negato il visto a tre collaboratori che hanno lavorato con lei alla realizzazione di quest’edizione della Biennale. «Ho messo insieme (e raccolto fondi) affinché quattro team lavorassero alla Biennale, ad Accra, Dublino, Johannesburg e Londra. Ogni squadra è stata centrale per la mostra», ha detto Lokko. «Il fotografo del mio staff, un giovane e talentuoso ghanese, ha contribuito con fotografie sia alla mostra sia al catalogo, in tutte le sue sezioni. Ma gli è stato negato il visto dal Governo italiano, e in particolare dall’ambasciatrice italiana in Ghana, che mi ha accusato di aver tentato di portare in Europa “giovani uomini non essenziali”». Il visto sarebbe servito loro per arrivare in Italia in vista dei vernissage. Gli sforzi della direzione della Biennale per consentire l’arrivo dei tre artisti sono stati vani, e Lokko ha definito l’ambasciatrice d’Orlandi «un’ambiziosa diplomatica in carriera che vuole fare bella figura con il Governo di destra in carica». Rispondendo alle accuse, d’Orlandi ha detto di essersi limitata ad applicare le leggi che regolano l’entrata di persone straniere nell’area Schengen. La diplomatica ha dichiarato che «la nostra ambasciata non risparmia sforzi per facilitare la partecipazione di artisti ghanesi a importanti mostre d’arte o eventi in programma in Italia. Solo per fare qualche esempio: all’edizione di quest’anno della Biennale sono presenti altri 7 ghanesi, tra cui l’importante artista Ibrahim Mahama; i visti sono stati concessi anche ai partecipanti ghanesi all’edizione 2022 della Biennale e alla Triennale di Milano nel giugno del 2022». Secondo l’ambasciatrice i tre collaboratori di Lokko non erano in possesso dei requisiti necessari per poter entrare legalmente in Italia. Non ha specificato quali fossero, spiegando di non poterlo fare per motivi di privacy. [ilpost.it]
Il Museo Classis Ravenna accoglie gli alluvionati
A Ravenna, in seguito alla catastrofe delle esondazioni che hanno interessato la zona, la direzione del museo Classis Ravenna-Museo della Città e del Territorio e la Fondazione RavennAntica, che lo gestisce, in pieno accordo con l’Amministrazione comunale, hanno deciso di ospitare molti di coloro che sono stati costretti ad abbandonare le proprie abitazioni: si è arrivati ad accogliere 800-1.000 persone al giorno. [Il Giornale dell’Arte]
Annunciata per il 2024 una mostra di de Kooning alle Gallerie dell’Accademia di Venezia
Il direttore delle Gallerie dell’Accademia di Venezia Giulio Manieri Elia ha annunciato per il prossimo anno una grande esposizione dedicata a Willem de Kooning. L’apertura è prevista per il 16 aprile 2024, in occasione dell’inaugurazione della 60ma Biennale Internazionale d’Arte. L’esposizione sarà la prima a esplorare l’impatto che ebbero i due soggiorni italiani di de Kooning, avvenuti nel 1959 e nel 1969, sul suo lavoro. L’arte che realizzò in Italia e l’influenza dell’Italia sui suoi successivi dipinti, disegni e sculture in America, non è mai stata considerata a fondo prima d’ora. L’effetto duraturo di questi due periodi creativi sarà rivelato attraverso una selezione di lavori che vanno dalla fine degli anni Cinquanta agli anni Ottanta. [Redazione]
Risentimenti egiziani per le rappresentazioni «nere» degli antichi Egizi in una mostra a Leida
Il Rijksmuseum van Oudheden (Museo nazionale delle antichità) di Leida, nei Paesi Bassi, ha inaugurato la mostra «Kemet: Egypt in hip hop, jazz, soul & funk», aperta fino al 3 settembre, per stabilire una relazione tra le sue collezioni e le esplorazioni concettuali degli artisti neri dell’antica Africa, dalle nozioni di spiritualità, orgoglio e potere al trucco degli occhi e ai costumi. La mostra però ha suscitato delle reazioni negative, tra cui, secondo il quotidiano «Egypt Independent», delle interrogazioni al Governo da parte di un membro della Camera dei Rappresentanti egiziana per una presunta appropriazione culturale e per aver mostrato opere d’arte che rappresentano un uomo di colore come un antico egiziano. [Senay Boztas]
Uno scrittore in residenza al museo: J. M. Coetzee al Prado
Lo scrittore sudafricano J. M. Coetzee (Città del Capo, 1940), premio Nobel per la letteratura nel 2003, autore di titoli come Età di ferro, Vergogna ed Elizabeth Costello, trascorrerà tre settimane in residenza al Museo del Prado da fine giugno a metà luglio, al termine delle quali scriverà un nuovo testo legato alla sua esperienza nell’istituzione madrilena. L’iniziativa lanciata dallo scrittore fa parte del progetto «Escribir el Prado» /Scrivere il Prado), creato in collaborazione con la Fundación Loewe, che invita scrittori di fama internazionale a usare la loro immaginazione narrativa per dialogare con le collezioni del museo. [lavanguardia.com]
L’edizione 2023 dell’Art Fund Museum of the Year
Art Fund, ente britannico filantropico attivo nel settore artistico, ha annunciato i cinque musei finalisti per l’edizione 2023 dell’Art Fund Museum of the Year. I musei finalisti sono la Burrell Collection di Glasgow, la Leighton House e il Museo di Storia Naturale di Londra, il MAC di Belfast e il Museo di Scapa Flow delle isole Orcadi. Il museo vincitore verrà annunciato il prossimo 12 luglio, in una cerimonia che si terrà al British Museum. Al museo vincitore del premio andranno 120mila sterline, agli altri quattro 15mila sterline. L’edizione 2023 celebra i 10 anni dell’Art Fund Museum of the Year, un premio che negli anni ha curato la promozione dei 2.500 musei, gallerie e siti culturali del Regno Unito. [Redazione]
Nasce MU-Mudec United, rivista del Mudec di Milano
Il 31 maggio sarà in vendita presso il bookshop del Mudec di Milano ma anche nelle librerie d’arte nazionali e internazionali il nuovo progetto editoriale a cura del Museo delle Culture, chiamato «MU-Mudec United». A metà tra la rivista e il catalogo di mostra, MU parte da una mostra in corso in museo (nel primo numero in uscita il 31 maggio si parla della mostra «Rainbow. Colori e meraviglie fra miti, arti e scienza», aperta fino al prossimo 2 luglio) per esplorare gli argomenti trattati esaminandoli da altri punti di vista. L’approfondimento diventerà da catalogo di mostra una vera e propria rivista periodica, una pubblicazione a cura del museo che diventerà un punto di riferimento anche per i suoi progetti futuri. L’editore è Nero Editions, e il direttore editoriale è Carlo Antonelli. [Redazione]
L’Antico Caffè Greco di Roma nuovamente sotto sfratto, ma è una situazione di impasse
A Roma l’Antico Caffè Greco del 1760 è ancora una volta sotto sfratto: la proprietà dello stabile, l’Ospedale Israelitico, non ha accettato la proposta dei gestori del locale di pagare 35mila euro al mese, il doppio di quello versato fino ad oggi. Gli amministratori del Caffè hanno proposto inutilmente anche di comprare le mura del locale, che contiene opere d’arte e dove sono passati i personaggi più famosi del mondo dell’arte: da Keats a Byron, da De Chirico a Orson Welles. Nel 1953 l’allora ministro della Pubblica Istruzione, Antonio Segni, decise si apporre al Caffè Greco il vincolo di «interesse particolarmente importante», anticipando il progetto di «bene immateriale» Unesco. Oggi il Caffè non è tutelato da vincoli: nel 2021 era intervenuto anche il Mibact, definendo proprietà e gestione «come due parti interessate che dovranno di conseguenza e necessariamente giungere ad un accordo di comune interesse: finché un tale accordo non ci sia non è possibile eseguire alcun sfratto». [Tina Lepri]
Una nuova opera di Chiara Dynys donata al Museo Fortuny di Venezia
Da oggi 22 maggio è installata in maniera permanente al Museo Fortuny di Venezia la nuova opera di Chiara Dynys «Enlightening Grimoires», donata dall’artista alla Fondazione Musei Civici del capoluogo veneto. Appositamente studiata per lo spazio al terzo piano del Museo, «Enlightening Grimoires» è composta da 250 libri di vetro sabbiato dipinto a mano nei quattro colori che l’artista ha associato ai magici colori che usavano nei loro progetti e nei loro tessuti Mariano e Henriette Fortuny. [Redazione]
Un progetto di educazione civica incentrato sulla memoria della Shoah
Al Salone del Libro di Torino oggi 22 maggio, tra le 16.30 e le 17.30, verrà presentato «Remembr-House/Case di Memoria», un progetto incentrato sulla memoria della Shoah rivolto a docenti, educatori, operatori culturali, studenti e pubblico internazionale. Realizzato con la Fondazione 1563 per l’Arte e la Cultura, propone attività di formazione sotto forma di percorsi di educazione civica fondati su ricerca storica e competenze informative. [Redazione]
Mostre che aprono Julie Polidoro al Palazzo delle Esposizioni di Roma.
Al Palazzo delle Esposizioni di Roma dal 24 maggio al 30 luglio Julie Polidoro presenta 14 tele sospese. Il progetto della mostra «Social Distance», a cura di Giuseppe Armogida, nasce dal tentativo di capire la percezione di immagini disturbanti che troviamo sul web. I luoghi spesso disorientanti sono quelli dove sostano gli emigranti rappresentati nelle tele, oppure i paesaggi stravolti dai cambiamenti climatici. In entrambi i casi si percepisce l’assenza di spazio e di tempo: invisibili uomini e donne in fuga dai loro Paesi mentre le temperature devastano terre e vite. [Tina Lepri]