L'Atleta di Lisippo, confiscato, è ancora al Getty

Nonostante la sentenza della Corte di Cassazione, il museo si è sempre difeso affermando che «la statua non è né è mai stata parte del patrimonio culturale italiano»

L'Atleta di Lisippo (particolare)
Edek Osser |

A un anno dalla sentenza della Corte di Cassazione che il 3 dicembre 2018 ha respinto l’ultimo ricorso del Getty Museum di Malibu (Stati Uniti) e ha stabilito che l’Atleta vittorioso di Lisippo appartiene all’Italia, il prezioso reperto resta esposto nelle sale del museo californiano.

La Corte aveva deciso la confisca del capolavoro e la sua restituzione in seguito a un lungo, tormentato percorso giudiziario iniziato con la pronuncia del Tribunale di Pesaro del 2007. Il prezioso bronzo del IV secolo a.C., recuperato da un peschereccio al largo di Fano nel 1964, era stato esportato illegalmente e venduto per 4 milioni di dollari al Getty nel 1977.

Il museo si è sempre difeso affermando che «la statua non è né è mai stata parte del patrimonio culturale italiano». Dopo il mancato rispetto del decreto di confisca, l’allora ministro Alberto Bonisoli ha più volte sollecitato senza esito il Getty.

Lo scorso aprile, dopo che il museo aveva affermato che «qualsiasi ordine di confisca è contrario al diritto americano e internazionale» e che ricorrerà alla Corte Europea, il ministro ha avviato una rogatoria internazionale, così «la sentenza verrà trasferita alle autorità giudiziarie statunitensi e ci aspettiamo che venga rispettata».

Per ora il ministro Franceschini non ha preso iniziative in merito. Per riavere il Lisippo sarà necessario un intervento del nostro Governo e una forte azione di «moral suasion».

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