S.O.S. gallerie: 10mila posti di lavoro a rischio

Mauro Stefanini, presidente dell’Associazione Nazionale delle gallerie, chiede a Franceschini misure urgenti anticrisi

Mauro Stefanini
Franco Fanelli |

Qualcuno pensa che la pandemia da Coronavirus potrebbe avere almeno un effetto positivo: quello di ricordare al Governo che la Sanità pubblica vada salvaguardata e non umiliata e depauperata. Mauro Stefanini, presidente dell’Angamc, Associazione Nazionale delle gallerie d’arte moderna e contemporanea, forse sta pensando in termini analoghi ora che l’emergenza sanitaria rischia di mettere in ginocchio un settore importante dell’economia e della cultura.

In una lettera a Dario Franceschini, Ministro per i Beni Culturali, il presidente, a nome dei suoi colleghi e associati, fa capire che i nodi, in questa occasione, vengono al pettine con drammatica evidenza. Il danno maggiore è, secondo Stefanini, causato dall’annullamento delle fiere, durante le quali si svolge ormai il 70% degli affari di una galleria privata.

L’S.o.s. dell’Angamc include la richiesta non solo di misure urgentissime come «interventi del Governo mirati alla concessione di esenzioni, a momentanei blocchi dei pagamenti di mutui e utenze, alla proroga dei pagamenti F24 e altre eventuali imposte», ma anche la ridiscussione di temi cronicamente trascurati, quali, prosegue il documento, «l’ArtBonus (il credito d’imposta del 65% che secondo l’Associazione andrebbe esteso anche all’acquisto in galleria di opere di artisti italiani contemporanei, Ndr), Iva primo mercato, Iva importazioni e Siae/diritto di seguito» che «saranno fondamentali per porre le basi per il rilancio del Sistema dell’Arte».

Un comparto formato da circa 500 gallerie che producono nel nostro Paese 5mila mostre all’anno. «Di fronte alla crisi, spiegava poco tempo fa Pepi Marchetti Franchi, direttrice della Gagosian Gallery di Roma (iscritta all’Angamc), molti possono non preoccuparsi del destino di galleristi di grosso calibro. Ma il problema investe un’intera filiera, fatta non solo da artisti e personale di galleria, ma anche di allestitori, curatori, trasportatori, senza contare l’indotto economico derivante dall’attività delle gallerie e delle fiere sulle città». Nella lettera a Franceschini, a tal proposito, si parla di 10mila posti di lavoro messi a rischio da una crisi senza precedenti.

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