Su Leonardo si può anche scherzare

Alla Biblioteca Nazionale di Firenze la costruzione del mito tra Otto e Novecento

La copertina di «La Domenica del Corriere» del 3-10 settembre 1911 dedicata al furto della «Gioconda»
Laura Lombardi |  | Firenze

Tra le mostre conclusive le celebrazioni dei 500 anni della morte di Leonardo, la Biblioteca Nazionale Centrale propone, dal 5 dicembre al 15 marzo, «Leonardo di carta in carta. La costruzione del mito tra Ottocento e Novecento». Un’indagine sugli eventi che hanno portato a trasfigurare il «genio» di Leonardo in perfetto simbolo universale del Rinascimento, sintesi «divina» di arti e scienza, a partire soprattutto dal trasferimento, voluto nel 1796 da Napoleone, dei codici vinciani della Biblioteca Ambrosiana in Francia.

Il percorso copre un arco temporale che va dalla fine del ’700 fino al 1939, anno della «Mostra di Leonardo da Vinci e delle invenzioni italiane» di Milano nella quale furono considerati i molteplici aspetti di Leonardo, simbolo del genio italico: pittore, anatomista, architetto, scienziato, inventore di macchine, fisico, ottico, ingegnere.

Lo scandaglio compiuto dai curatori
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(l'articolo integrale è disponibile nell'edizione su carta)

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