Tra la prima e l'ultima opera 5.468 giorni

La documentazione di oltre 60 tra sculture e installazioni di Francesco Arena

Francesco Arena, «Marble between 38 years», 2018, marmo con agenda del 1973 e agenda del 2011
Guglielmo Gigliotti |

La documentazione di oltre sessanta opere realizzate da Francesco Arena (n. 1978) tra il 2004 e il 2019 costituiscono l’ossatura della monografia il cui titolo è 5468 giorni. Sono, questi, proprio quelli che intercorrono tra le date della prima e dell’ultima opera, dunque una misura temporale che congloba l’operato di un artista che ispira da sempre a misure, proporzioni, pesi, gran parte delle sue sculture e installazioni, tanto quelle di impegno sociale, quanto quelle di affondo nel personale.

Il volume è introdotto da una conversazione dell’artista con Ines Goldbach (Perduto nel significato) e chiuso da due saggi di Vincenzo De Bellis (Perduto nel tempo) e Jacopo Crivelli Visconti (Perduto nello spazio). Ciascuna delle opere, accompagnata da una scheda esplicativa dello stesso artista pugliese, condensa, in forme che rimandano al minimalismo e in materiali che risentono dell’eredità (dichiarata dall’artista) dell’Arte povera, principi d’ordine narrativo e concettuale.

Composizioni essenziali e d’assetto sovente geometrico, o ambienti, hanno come orizzonte fatti drammatici della storia, ricondotti a spunto di riflessione generale: Moro, Mussolini, Pasolini, l’anarchico Pinelli, migranti del mare, i morti nelle fosse comuni, le vittime della strage di Bologna, ma anche le dimensioni della propria casa o le misure del proprio corpo trovano così una sublimazione capace di elevare il contingente a universale: «sono casi esemplari, spiega l’artista, nei quali possono convergere tantissime altre storie simili (…), perché le vicende umane sono sempre le medesime».

Francesco Arena. 5468 giorni, a cura di Vincenzo De Bellis, 272 pp., ill., Skira, Milano, 2020, € 60,00

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