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Margherita Panaciciu
Leggi i suoi articoliLa rappresentanza tedesca ad Art Basel quest'anno è forte come sempre. Sebbene la maggior parte delle gallerie partecipanti provenga dagli Stati Uniti (circa 70), la Germania si posiziona al secondo posto con oltre 40. Dallo scorso anno, la fiera di punta di Art Basel in Svizzera è diretta da Maike Cruse, originaria della città tedesca di Bielefeld. A Basilea sono presenti anche opere di numerosi artisti tedeschi, tra cui la grande installazione site-specific di Katharina Grosse in Messeplatz, i lavori di Martin Kippenberger allo stand della Galerie Gisela Capitain, quelli di Tim Eitel alla Eigen + Art e di Jana Schröder alla Meyer Riegger.
Sebbene la Germania non ospiti mega gallerie, vanta diversi spazi molto rispettati, come Esther Schipper, galleria nata a Berlino e poi espansa a livello internazionale, guadagnandosi un riconoscimento globale. Alcuni degli artisti viventi più ricercati al mondo, come Gerhard Richter e Anselm Kiefer, sono tedeschi. Lo stesso vale per collezionisti di fama mondiale come Reinhard Ernst, Julia Stoschek e la famiglia Plattner. Cruse descrive la Germania come «un ecosistema artistico leader in Europa, che svolge un ruolo fondamentale ad Art Basel di Basilea, il quinto mercato dell’arte più grande d’Europa insieme alla Svizzera».
Merito del clima economico relativamente solido del Paese, che ha contribuito a rafforzare la sua attuale posizione nel panorama dell’arte globale, nonostante l'intensità inevitabilmente alternata con cui i finanziamenti alimentano il sistema. Il bilancio culturale di Berlino è stato ridotto di 130 milioni di euro (pari al 12%) quest’anno. Altri 15 milioni di euro di tagli sono già previsti per il 2026. Contrazioni che si ripercuotono a domino su tutto il meccanismo. Per anni Berlino è stata seconda solo a New York per numero di gallerie rappresentate ad Art Basel. Quest’anno, però, è scivolata al terzo posto, superata da Londra. Berlino conta 28 gallerie presenti alla fiera, contro le 50 di New York e le 35 di Londra. Per fortuna la Germania, al contrario di altre realtà europee, vanta più città che hanno una tradizione artistica, come Monaco e Colonia. Ma tra queste, quanto dialogo esiste?
Alla domanda se esista un tipo particolare di rapporto tra i galleristi di lingua tedesca presenti alla fiera, le risposte sono piuttosto caute. «Come ovunque, ci sono amici e nemici, collaborazione e distanza», afferma Saskia Draxler, della Nagel Draxler Gallery. «Naturalmente la concorrenza è agguerrita. Tuttavia, non si è in competizione con i tedeschi in particolare, ma con l’intero panorama dei galleristi». Considerazione che lascia intendere come i rapporti non siano particolarmente permeabili tra le gallerie tedesche. Tanto meno se si allarga l'orizzonte alle gallerie di Svizzera e Austria, che fanno salire il numero delle gallerie germanofone a circa 60. Insomma, la competizione aiuta a crescere.
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