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Rosalba Cignetti
Leggi i suoi articoliIl design è da sempre uno dei luoghi naturali in cui la creatività incontra l’impresa. Non si tratta solo di creare oggetti belli, ma di dare forma a idee capaci di incidere su mercati, stili di vita e tecnologie. Premi come l’A’ Design Award raccontano e alimentano queste connessioni, premiando progetti che sanno interpretare i bisogni del presente e aprire nuovi scenari futuri. Non si tratta infatti di celebrare un singolo prodotto, ma di mettere in relazione designer, aziende e istituzioni, creando un terreno fertile per nuove collaborazioni e innovazioni.
In Italia, dove il Made in Italy è insieme cultura, produzione e identità, questo dialogo tra creatività e industria è cruciale. Non è un caso che realtà come Confindustria e il mondo dell’imprenditoria guardino a premi di questo tipo come a strumenti capaci di valorizzare un ecosistema in cui design e impresa si sostengono e si rinnovano a vicenda.
Nato nel 2008, l’A’ Design Award è diventato un osservatorio internazionale sulle trasformazioni del design, capace di raccontare l’evoluzione di settori che spaziano dall’architettura al product design, dalla comunicazione alla moda. La 17ma edizione, tenutasi il 24 luglio 2025 al Teatro Sociale di Como, ha premiato oltre 1.800 progetti selezionati da una giuria di 317 esperti internazionali, tra accademici, giornalisti e imprenditori. Con oltre 10.900 candidature ricevute da 158 Paesi, il premio fa di Como come una delle capitali mondiali del design contemporaneo.
Grazie al suo respiro internazionale, il premio rappresenta per le aziende italiane un’occasione concreta di visibilità e di confronto con i grandi protagonisti del design globale. Molti brand e studi creativi del nostro Paese vedono nell’A’ Design Award un trampolino per affacciarsi a nuovi mercati e rafforzare quel patrimonio di artigianalità e tecnologia che rende unico il Made in Italy.

Secondo Onur Mustak Cobanli, fondatore dell’Award, il design è un motore di cambiamento culturale: «Negli anni abbiamo visto un grande cambiamento nei progetti iscritti, spinti da una società che evolve rapidamente e chiede innovazione. I vincitori del 2025 hanno lasciato un segno, non solo per la loro capacità tecnica ma per l’impatto che avranno sul futuro del design».
Tra i progetti premiati spiccano soluzioni che fondono funzionalità e ricerca poetica. No Footprint Wood House di Oliver Schutte affronta il tema della sostenibilità con un’architettura a impatto ambientale quasi nullo, mentre la libreria Huai’an Zhongshuge di Li Xiang trasforma lo spazio culturale in un’esperienza immersiva e scenografica. Nell’ambito dell’oggettistica e della tecnologia, Tickless Mini di Andras Oravecz punta su un design essenziale e intuitivo, mentre la Embrasse Moi Lamp di Giuseppe Tortato racconta, attraverso la luce, la poesia di un gesto quotidiano.
Il valore del premio sta anche nella capacità di intuire e raccontare il futuro attraverso linguaggi diversi. Dai dispositivi hi-tech alle architetture culturali, dalle sperimentazioni su materiali innovativi alle forme che attingono a tradizioni antiche, i progetti vincitori delineano un panorama ricco di contaminazioni e visioni. Un terreno fertile, dove le imprese possono trovare ispirazione e nuove opportunità di crescita grazie al dialogo con designer capaci di unire ricerca, estetica e mercato.
Il radicamento in Italia, e in particolare a Como, si lega a una tradizione industriale che considera il design una leva di competitività internazionale. In questo contesto rientra anche il lavoro di Confindustria, che negli anni ha sostenuto iniziative capaci di connettere arte, industria e ricerca, favorendo una visione più ampia del rapporto tra creatività e impresa.
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