La stagione espositiva del Parco archeologico di Pompei continua con «Venustas. Grazia e bellezza a Pompei», ricca di trecento pezzi esposti fino al 31 gennaio nel portico orientale della Palestra Grande. I reperti, databili dall’VIII a.C. al I secolo d.C., provengono da ritrovamenti effettuati nell’area vesuviana, nel villaggio protostorico di Poggiomarino e nelle necropoli protostoriche di Striano e di quella di età arcaica di Stabia, dai santuari di Pompei e di Stabia, dalle ville di Oplontis e di Terzigno, oltre che dall’abitato di Pompei.
Testimonianze di bellezza, grazia, eleganza e fascino, specchi, ornamenti per abiti, gioielli, amuleti, statuette, affreschi e preziosi dedicati agli dèi svelano vezzi e mode del mondo femminile e non solo. In linea con il tema proposto è inserita nel percorso espositivo anche la Casa degli amanti, domus il cui nome si deve al verso inciso in un quadretto: «Amantes, ut apes, vitam mellitam exigunt» (Gli amanti, come le api, conducono una vita dolce come il miele).
Altri articoli dell'autore
Nel Palazzo Reale, al primo piano, si inaugura oggi la biblioteca della Soprintendenza Archeologia e Paesaggio per l’Area Metropolitana in quella che negli anni Sessanta fu la dimora del soprintendente partenopeo
Riaperta dopo vent’anni e dopo accurati interventi di restauro una delle domus più interessanti del Parco Archeologico di Pompei
Ritrovato vicino al Parco di Pompei, servirà un anno per restaurarlo
A Castellammare di Stabia ottomila reperti nella reggia di Quisisana