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Un petroglifo rappresentante una tartaruga con l’impianto di North West Shelf sullo sfondo

© Save our Songlines

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Un petroglifo rappresentante una tartaruga con l’impianto di North West Shelf sullo sfondo

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A rischio in Australia un sito di arte rupestre di 50mila anni fa

Sulla costa ovest del Paese, nella penisola di Burrup, l’impianto di estrazione di gas naturale liquefatto di Woodside Energy minaccia un milione di opere d’arte rupestre

Elizabeth Fortescue

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Benjamin Smith, professore di archeologia presso la University of Western Australia, ha lanciato l’allarme sul rischio di distruzione di un sito di arte rupestre di 50mila anni fa sulla costa dell’Australia occidentale, dopo l’ultima, controversa decisione del governo del Paese di prolungare la vita di un megaprogetto di estrazione di gas adiacente al sito in questione.

Il ministro dell’Ambiente Murray Watt ha infatti approvato la richiesta dell’azienda Woodside Energy di prorogare di 40 anni, fino al 2070, le operazioni di estrazione di gas naturale liquefatto nella penisola di Burrup (chiamata anche Murujuga). Si tratta di uno dei più grandi impianti di questo genere al mondo. Secondo Smith le sostanze inquinanti che questa decisione produrrà metteranno a grave rischio il milione di petroglifi presenti su quella penisola, tra cui le prime raffigurazioni di sempre di volti umani.

Smith ha spiegato che i petroglifi potrebbero ancora essere conservati se la Woodside Energy si impegnasse in innovazioni «semplici», come l’elettrificazione dell’intero processo dell'impianto. Per quanto riguarda i danni già arrecati ai petroglifi dalle sostanze inquinanti di questo impianto trasportate dall’aria, Smith afferma che speciali microbatteri, che continuano a prosperare naturalmente sulle isole vicino a Murujuga, possono essere utilizzati per stabilizzare i petroglifi e prevenire ulteriori erosioni.

«Se ripuliamo le azioni degli agenti inquinanti, queste superfici rocciose possono diventare di nuovo resistenti e anche i buchi potrebbero essere riempiti da questi piccoli microbatteri, dice Smith. Ma essi vivono e operano solo se le rocce sono nelle condizioni giuste, e comunque non in presenza di inquinamento».

A Woodside Energy sono stati concessi dieci giorni per rispondere alle condizioni, rimaste riservate, poste da Watt sulla sua decisione di concedere alla compagnia la proroga richiesta. Finché tali condizioni non saranno note, Smith è determinato a «mantenere alta la pressione» sul governo laburista di Anthony Albanese, appena rieletto. «Come scienziato, vorrei che le condizioni fossero rigorose; dobbiamo assicurarci che le operazioni non continuino a danneggiare l’arte rupestre», afferma Smith. «Verremo a sapere di queste condizioni soltanto quando saranno rese pubbliche, e a quel punto sarà troppo tardi per cambiarle».

Secondo Smith, è insolito che a Woodside Energy sia stato concesso il diritto di negoziare con il governo le condizioni. «Non è prassi corrente nella maggior parte del mondo», afferma. Questa settimana Murray Watt ha dichiarato ai media che le condizioni poste alla compagnia relative alla qualità dell’aria erano «molto rigide».

Smith afferma che Murujula è un sito unico nel suo genere, in quanto comprende oltre un milione di opere d’arte rupestre in un unico sito. Si tratta inoltre di uno degli esempi più antichi del mondo. «A mo’ di raffronto, l’arte rupestre più antica d’Europa ha circa 34mila anni», spiega Smith. I «volti fantasma» che si affacciano dalle rocce sono le più antiche rappresentazioni conosciute del volto umano. Altre immagini raffigurano specie animali estinte e varietà di cibo cacciate dagli indigeni della zona.

Un’altra caratteristica unica dei petroglifi di Murujula è che gli indigeni australiani hanno continuato a realizzarne fino all’epoca dell’insediamento europeo. «Con l’arte rupestre europea, la memoria e il legame si sono persi», dice Smith. «Gli aborigeni hanno ancora quella memoria, quel senso di continuità».

Secondo una dichiarazione pubblicata sul sito web dell’Australian Conservation Foundation (Acf), i piani di Woodside per l’espansione del cosiddetto Burrup Hub «lo renderebbero la maggior nuova bomba ecologica dell’emisfero meridionale e nella top ten degli impianti di combustibili fossili più inquinanti al mondo. […] Questo progetto di combustibile fossile produrrà oltre un miliardo di tonnellate di inquinamento da carbonio. […] L’espansione è un potenziale disastro climatico ed è in completa contraddizione con l’impegno di Woodside di produrre zero emissioni».

Elizabeth Fortescue, 03 giugno 2025 | © Riproduzione riservata

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