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Arthur Green

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Arthur Green

Addio ad Arthur Green

Si è spento a 83 anni il pittore, docente universitario e cofondatore degli Hairy Who, la versione della Pop Art targata Chicago

Rosalba Cignetti

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Classe 1941, originario dell’Indiana, il padre era un ingegnere civile e la madre era appassionata di fiori e realizzava trapunte. Si forma all’Art Institute di Chicago, dove inizia gli studi con l’idea di diventare designer di automobili, poi si appassiona alla grafica e quindi alla pittura. Verso la metà degli anni Sessanta insieme ad alcuni suoi compagni di studi (Jim Falconer, Gladys Nilsson, Jim Nutt, Karl Wirsum e Suellen Rocca) fonda il gruppo artistico degli Hairy Who? sotto l’egida di Yoshida e della docente Whitney Halstead. La prima mostra è all’Hyde Park Art Center di Chicago nel 1966 curata da Don Baum. Lo stile provocatorio e umoristica, mescolava lo stile Pop a giochi di parole, motivi psichedelici e fumetti, affrontando temi come la sessualità e il consumismo. Sei le mostre degli Hairy Who realizzate tra il 1966 e il 1969, dando una svolta definitiva alla città che il critico Franz Schulze aveva definito, prima del loro lavoro, «la metà buia e desolata degli anni ’60, quando Chicago, in quanto città d’arte, era poco più di una stazione di posta tra la potente New York e la nuova e vivace West Coast».
Una florida parentesi che lo porta nel 1975 a vincere una borsa di studio del Consiglio del Canada, grazie alla quale insegna pittura e disegno alla British Columbia University. Nel 1976 si trasferisce a Stratford con una cattedra all’Università di Waterloo, dove ricopre per due mandati la carica di Presidente del Dipartimento di Belle Arti: 1988-1991 e 2000-2002. Sue opere sono custodite nelle collezioni di importanti musei internazionali, tra cui Museum of Contemporary Art di Chicago, Smithsonian American Art Museum di Washington, Museum Moderner Kunst di Vienna, solo per citarne alcuni.

Rosalba Cignetti, 30 aprile 2025 | © Riproduzione riservata

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