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Una veduta della facciata di Palazzo delle Zattere a Venezia

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Una veduta della facciata di Palazzo delle Zattere a Venezia

Alle Zattere la «Scuola Piccola» di Irene Calderoni

Si inaugura con gli «open day» del 22-23 novembre lo spazio non profit veneziano per la ricerca e la formazione continua nel campo espanso delle arti

Alessandro Martini

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Si inaugura con gli «open day» del 22-23 novembre la Scuola Piccola Zattere, uno spazio non profit per la ricerca e la formazione continua nel campo espanso delle arti. A dirigerlo è Irene Calderoni, fino a pochi mesi fa capocuratrice della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino, con cui ha collaborato sin dal 2007 e per cui è stata cofondatrice del programma curatoriale Campo, di cui è stata tutor e docente dal 2012 al 2024. 

Il programma della Scuola Piccola Zattere si svilupperà attraverso progetti espositivi, committenze, residenze (tre artiste e artisti all’anno) e borse di ricerca, laboratori, seminari, performance. Sarà aperto a operatori internazionali, ma si rivolgerà in particolare alle comunità artistiche che vivono, studiano e operano a Venezia. «Il nostro progetto nasce dall’idea di uno spazio comunità, spiega Calderoni, un luogo di produzione ed educazione culturale per la partecipazione attiva alla sfera pubblica. La scelta di assumere il nome di “piccola scuola” per la nuova istituzione si riferisce primariamente a questo processo pedagogico, sociale, orizzontale, di scambio e reciprocità». Nella storia veneziana la «scuola piccola» è, infatti, un istituto particolare, un modello del tutto peculiare di organizzazione civica, diffusa e inclusiva: dal Medioevo e sino alla fine della Repubblica, è stata un’istituzione autonoma dal potere governativo ed ecclesiastico del tempo. Una sorta di confraternita laica, legata all’esercizio di arti e professioni, oppure a supporto di una specifica comunità straniera. Ma le «scuole piccole» sono sempre state «associazioni aperte», senza distinzione e gerarchie, a persone di differenti provenienze socioeconomiche, uomini e donne. Molto diverse quindi dalle ben più note «scuole grandi». 

Proprio sulla base di questo precedente, spiega Calderoni, «la Scuola Piccola Zattere offrirà programmi pubblici, occasioni formative e di mentorship, borse di residenza e spazi a disposizione per la realizzazione di progetti autogestiti. Il tutto ad accesso aperto e gratuito. La prima stagione si svilupperà da questo mese a novembre 2025. Intitolato One Year Score (con “score” nel significato di partitura), il programma intende esplorare le forme di aggregazione, conflitto e negoziazione che caratterizzano le dinamiche della socialità, esaminate alla luce del rapporto che s’instaura tra spazio e corpo, tra architettura e azione performativa. Il 22 e 23 novembre apriremo al pubblico con una mostra di sette artisti, anche con opere nuove, e un programma di attivazioni, eventi performativi e talk. Al centro della nostra proposta, una riflessione collettiva su appartenenza ed esclusione, gerarchia e orizzontalità, rigidità e porosità, materialità e immaterialità». 

Le nuove attività si svolgeranno nel Palazzo delle Zattere, affacciato su Fondamenta delle Zattere e sul Canale della Giudecca, già sede della Vac Foundation del russo Leonid Mikhelson (la Scuola Piccola Zattere è sostenuta dalla figlia Victoria, ma autonoma dalla fondazione del padre). Il Palazzo è stato riconfigurato grazie all’intervento architettonico del collettivo Fosbury Architecture (che ha progettato anche una nuova Arena per il programma pubblico di eventi, performance, screening, seminari e talk) e alla visual identity di Giga Design studio.

Irene Calderoni

Alessandro Martini, 20 novembre 2024 | © Riproduzione riservata

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Alle Zattere la «Scuola Piccola» di Irene Calderoni | Alessandro Martini

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