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Pac Pobric
Leggi i suoi articoliL’opera di Duane Hanson (1925-96) è apparentemente «facile». Ma le sue sculture iperealistiche di americani comuni, uomini e donne, hanno «un sorprendente mondo interiore», spiega la curatrice Rebecca Lewin, che ha allestito una mostra dello scultore statunitense per la Serpentine Gallery sino 13 settembre). Anche quando non sono esplicitamente politiche (come spesso accade), le sue sculture, continua la Lewin, «si pongono sullo stesso livello dell’osservatore e suscitano un senso di compassione». La cronologia della mostra inizia dalla metà degli anni Settanta, quando Hanson iniziò a studiare il cittadino «archetipo» americano. Molti dei suoi soggetti sono lavoratori manuali: «L’artista, aggiunge la curatrice, dedica la sua attenzione al lavoratore invisibile e capovolge la visione del cosiddetto “Primo Mondo” , dove il sogno del lavoratore non viene necessariamente soddisfatto». La mostra, che comprende 13 opere, è finanziata dalla Gagosian Gallery e dalla casa d’aste Phillips. Nella foto, una delle opere esposte.
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