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«Continuiamo così, facciamoci del male...»
- Marco Tanzi
- 17 gennaio 2016
- 00’minuti di lettura

«Continuiamo così, facciamoci del male...»
«Continuiamo così, facciamoci del male...»
- Marco Tanzi
- 17 gennaio 2016
- 00’minuti di lettura
Marco Tanzi
Leggi i suoi articoliA volte uno si chiede perché c’è tanto masochismo in giro, ma non è facile darsi una risposta sensata. Sto parlando di mostre. Mi costa sempre più fatica andarle a vedere, il più delle volte ne esco irritato; mi ripeto che non devo caderci più, meglio girare per chiese o per musei, dove un Caroto resta Caroto e non diventa Piero di Cosimo, per esempio. Non sopporto più nemmeno la logica dell’«almeno ho visto tante belle opere», e chissenefrega se non c’è sotto un’idea, un progetto, un pensiero.
La mia anima più nera e politically incorrect dovrebbe godere del flop di una mostra presuntuosa e blasfema come quella dell’«Arte lombarda dai Visconti agli Sforza» a Milano; con il pieno di insipienza e dispettucci, il mancato coinvolgimento di chi si è occupato con altra serietà e competenza dell’argomento, o il ruolo trainante del circo barnum degli intrecci milanesi. È la hybris inevitabilmente punita dalla nemesi. Invece mi ritrovo a dispiacermi perché si sono buttati tanti soldi per fare una cosa scadente, pacchiana e irrispettosa della memoria e della storia degli studi; in primis di Roberto Longhi. Perché non la si potrà più rifare, almeno negli anni che mi restano. Lo stesso, in altri termini, è capitato al povero Carlo Dolci fiorentino a Palazzo Pitti: una delle mostre più brutte viste in questo 2015 pur tanto malmesso.
Io sono tra quelli che leggono ancora riga per riga il colophon che apre l’esposizione e lo stupore di non trovare il nome di Francesca Baldassari tra i curatori è stato enorme; poi, vedendo la mostra, l’assenza si è capita: eccome. Con lei si sarebbero evitate tante scempiaggini, errori e banalizzazioni. Non tanto perché Francesca è un’amica, ma perché è la principale studiosa del pittore e del Seicento fiorentino, una connoisseur straordinaria, come non se ne trovano più, che proprio a Carlino (non Carluccio, come in catalogo, tra i tanti pasticci: magari la prossima volta diventa Carletto) ha appena dedicato una splendida monografia (Carlo Dolci. Complete Catalogue of the Paintings, Centro Di, Firenze 2015), che ha in dirittura d’arrivo il catalogo dei disegni (sempre per Centro Di), che nel prossimo febbraio apre una mostra sul pittore negli Stati Uniti (Davis Museum at Wellesley College), che nel dicembre scorso ha organizzato una giornata di studi sul pittore presso l’Istituto Italiano di Cultura a Londra con Letizia Treves, Stéphane Loire e Arnauld Brejon de Lavergnée: mica con la Pro Loco di Ponte a Niccheri (con tutto il rispetto).
Va beh, allora, parafrasando Nanni Moretti «continuiamo così, facciamoci del male»…
Marco Tanzi, ordinario di Storia dell’arte moderna, Università del Salento, Lecce