L’evento «Luci dell’Irno-Costellazioni Infinite», realizzato dal Comune di Baronissi grazie alla collaborazione dell’Accademia di Belle Arti di Brera con il Museo-FRaC-Baronissi, si propone nella nuova veste di festival internazionale di Light art. Realizzata con il sostegno della Regione Campania, assessorato allo Sviluppo e Promozione del Territorio, cofinanziata dal Poc Campania 2014-20 «Rigenerazione urbana, politiche per il turismo e la cultura. Programma regionale di eventi e iniziative promozionali», diretta da Massimo Bignardi e Vittorio Corsini, la manifestazione ha trasformato la formula dell’allestimento di addobbi luminosi natalizi in una mostra urbana di sculture di luce allestita da novembre a metà gennaio.
È il segnale di un rinnovamento urbanistico e culturale in progress, di una città carica di storia, con la villa romana di Sava, il trecentesco convento francescano della SS. Trinità, il percorso di archeologia industriale lungo il fiume Irno, il Museo-FRaC e la Facoltà di Medicina dell’Università di Salerno. Le opere dei giovani artisti, tutte site specific, sono nate dal confronto con la realtà urbana di Baronissi, le sue tradizioni e gli impaginati architettonici, segno di una strategia che tende ad aprire un effettivo dialogo con i nuovi linguaggi creativi. Installazioni e giochi di luci tracciano nelle strade del centro un itinerario fantastico, specchiandosi nello scenario notturno che avvolge il centro e i suoi villaggi.
«Abbiamo avviato la riqualificazione di una città, evidenzia il sindaco Gianfranco Valiante, che chiede al turista non solo un transito frettoloso, ma un vero e proprio coinvolgimento esperienziale per conoscere e scoprire i vicoli, i luoghi d’interesse storici, le tradizioni culturali ed enogastronomiche. Baronissi si pone come punto d’incontro tra il blu delle costiere amalfitana e cilentana (che distano pochissimi chilometri) e i più importanti siti archeologici della Campania, in primis Pompei e Paestum». Le installazioni di luci sono state ideate e progettate da Cristina Anna Aldrighi, Niccolò Casati, Adriano Lombardo, Luca Maestroni, Marta Santone, Maddalena Sirtori, Michela Zaghi, Yuchen Wang, Deng Wei e Dai Yujie, giovani artisti (provenienti dalla Cina e da Hong Kong) che frequentano l’Accademia di Brera; a queste si affianca quella dell’artista salernitana Bruna Pallante. Sono opere in dialogo con l’urbano, installazioni aeree e architettoniche realizzate con luci a led che rispondono a un progetto di arte ambientale costruendo percorsi di sculture animate che movimentano il cielo e le strade, di strutture plastico/architettoniche immerse nella realtà urbana, unitamente a installazioni che sperimentano il nastro dei led per ridisegnare scorci urbani.
L’installazione luminosa interattiva «Cos’è la timidezza per te?», realizzata dal bergamasco Luca Maestroni, chiama lo spettatore a una diretta compartecipazione alla magia dell’arte: un suo gesto consente l’animarsi delle sagome luminose di un capriolo che scappa per ripararsi nel boschetto del convento francescano. Diversa è la scelta che opera Dai Yujie giovane artista di Hong Kong: la sequenza dello sciatore che si muove nel cielo di via Ferriera è affidata a un relè che ripete all’infinito il movimento, duplicando, triplicando il sovrapporsi delle sagome che disegnano una scia luminosa. Molto simile è l’animazione di Deng Wei collocata ai due lati di piazza della Rinascita, dove l’artista cinese mette in scena uno spettacolo circense, le figure del giocoliere e del clown si rigenerano una nell’altra, mentre l’installazione animata di Bruna Pallante racconta la storia del giovane Benino, il pastorello del presepe che dorme e sogna la nascita del Bimbo Divino. Come narra la tradizione napoletana, è un giovane di oggi con i capelli crespi e gli occhiali Ray Ban che specchiano la visione di un tempo carico di novità e di attese.
Al centro del Parco del Ciliegio l’artista bergamasca Cristina Anna Aldrighi ha collocato «Monastero riflesso», un’installazione di strutture luminose che riproducono le linee degli elementi architettonici caratterizzanti la facciata dell’antico convento francescano prospiciente la piazza. Adriano Lombardo rinuncia invece all’uso dei led, la sua «Architettura Spaziale» è un’installazione plastico/architettonica realizzata da fili di lana acrilica colorati e fluorescenti, con i quali dà vita, nel boschetto del convento, a virtuali volumi geometrici concatenati uno nell’altro e illuminati di sera da lampade di Wood UV. Interessato a strutture plastico/architettoniche è anche il cinese Yuchen Wang, che ha realizzato la grande installazione «Tunnel» e il monumentale albero «Incrementare».
Sono sculture architettoniche luminose, cilindri di luci che si muovono, salgono verso il cielo per poi scivolare scomparendo nel buio. Per il centro della città, nella tradizionale area del passeggio, Marta Santone, giovane artista abruzzese, ha progettato «La città si specchia», un’installazione a mo’ di velario che si spande sull’intera sede stradale: finestre, balconi, ringhiere disegnate da luci a led che, dalle facciate delle case allineate ai lati dell’antica strada, si ribaltano dando vita a un tappeto di architetture, al racconto di un’identità, di case e di stili che parlano della città. Un’immaginifica città che nella «Costellazione del Pesce», serie di tableaux proposti da Maddalena Sirtori e Michela Zaghi, trova una cifra poetica che attraversa l’animo dell’uomo del XXI secolo: il desiderio di Pace. Per la Villa Comunale Niccolò Casati ha ideato un’installazione luminosa che ridisegna con strisce di led i contorni degli alberi, delle panchine, degli arredi e delle architetture, dando vita a un effetto di astrazione dalla realtà.