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Silvia Conta
Leggi i suoi articoliFondata da Hazer Özil a Istanbul nel 2002, Dirimiart è oggi una delle maggiori gallerie turche, con un’indiscussa leadership nel contemporaneo. Con due sedi nella capitale finanziaria turca, nei quartieri di Dolapdere e Pera, e da oggi una nel cuore di Londra, al 23 di Princes Street, a Mayfair, la galleriaprosegue nella visione che la caratterizza fin dalla nascita: esporre artisti affermati ed emergenti provenienti dalla Turchia e ogni parte del mondo, con uno sguardo sempre rivolto alla scena artistica turca e a quella internazionale. Come afferma la galleria stessa nella propria presentazione, a ventitrèanni dalla fondazione, continua a coltivare un programma su resistenza politica e rigore intellettuale.Levent Özmen, Senior Gallery Director, ci racconta la scelta di approdare nella capitale britannica e le nuove sfide della galleria.
Come è nata la decisione di aprire la vostra prima galleria fuori dalla Turchia, proprio a Londra?
«Dirimart stava pensando a un'espansione internazionale da un paio d'anni. Crediamo che il nostro ambizioso programma di mostre e pubblicazioni possa trarre vantaggio da un pubblico più ampio. La creatività stimolante di ogni artista con cui abbiamo collaborato ci ha motivato a cercare il contesto ideale per il nostro programma e due anni fa abbiamo deciso di approdare a Londra. Con le sue vivaci istituzioni e gallerie che ospitano numerose fantastiche mostre ogni anno, Londra ci rende entusiasti di far parte della sua scena. Inoltre, sappiamo che molti professionisti dell'arte e collezionisti visitano spesso la città, crediamo, quindi, che sia importante far parte del loro circuito di ricognizione».
Quali sono le principali sfide associate all'ingresso in un nuovo contesto culturale e di mercato?
«Indubbiamente, quando il contesto cambia è necessaria un'accurata traduzione culturale dei messaggi degli artisti. In molti casi, mettere in scena la stessa mostra da una città all'altra comporta differenze significative. Ci affidiamo al nostro team locale per trasmettere il messaggio corretto per un pubblico mirato. Dal punto di vista del mercato, speriamo di riuscire ad adattarci relativamente bene, poiché esporremo opere di artisti che non sono rappresentati a Londra (o che lo sono pochissimo) e che lavorano con pratiche artistiche piuttosto uniche».
Quale sarà l'identità specifica della sede britannica, in termini di programma espositivo rispetto,a quella delle sedi di Istanbul?
«Il nostro programma a Londra sarà internazionale come quello di Istanbul. A meno che non abbiano già una forte rappresentanza a Londra, vogliamo che tutti i nostri artisti facciano parte del programma londinese, poiché ognuno di loro fornisce un contributo universale alla scena artistica globale».
Come prime mostre a Londra, da settembre a novembre 2025, la galleria presenterà tre mostre personali degli artisti Ayşe Erkmen, Karin Kneffel e Sarkis. Qual è il filo conduttore di tutte queste mostre?
«Il filo conduttore è che tutti questi artisti creeranno una mostra in risposta al nuovo contesto londinese. Ayşe Erkmen si interroga su cosa significhi per un artista l'apertura di un nuovo spazio da parte di una galleria, Karin Kneffel ripercorrerà la vita di Agatha Christie nell'Isokon Building e Sarkis aprirà il suo universo mostrando per la prima volta a Londra le sue opere più recenti».
Quali sono i piani per il futuro delle sedi di Istanbul e Londra?
«Abbiamo in programma di allestire sette mostre all'anno che riflettano la varietà del nostro programma. Per i primi due anni, vorremmo dare vita a una sorta di rassegna che rifletta il percorso ventennale di Dirimart, includendo artisti affermati ed emergenti, nonché le opere degli artisti di cui rappresentiamo il patrimonio. A Istanbul ci stiamo concentrando sull'organizzazione di mostre che diventeranno pietre miliari per gli artisti e le loro carriere; a Londra puntiamo a creare mostre sensibili al contesto».
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