Antonio Obá, Paisagem interior - Personagem adâmico - 2: Contemplação, 2024

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Antonio Obá, Paisagem interior - Personagem adâmico - 2: Contemplação, 2024

Da Mendes Wood le anime graffiate di Antonio Obá

Nella sede parigina la prima personale francese dell’artista brasiliano che dipinge le contraddizioni culturali ed esistenziali dall’infanzia all’età adulta, già apprezzato anche da Phillips

Brasiliano, classe 1983, originario di Ceilândia, distretto creato negli anni ’70 per preservare Brasilia da massicce invasioni, Antonio Obá traduce nella sua pittura le contraddizioni culturali di uno sterminato Paese (quinto al mondo per grandezza), che tra popolose metropoli e sconfinate foreste racchiude l’ottava economia al mondo e uno dei più alti tassi di diseguaglianza del pianeta. La figura umana, al centro del suo lavoro, rivela le difficoltà di costruzione dell’identità personale e nazionale, il difficile equilibrio tra forze opposte che spingono verso il ricordo degli antenati e un modello di sintonia con la natura e le esigenze di un capitalismo globalizzato che ridisegna complessi ecosistemi. Dopo le recenti personali a Ginevra (Centre d’Art Contemporain), San Paolo (Pina Contemporânea) e Pechino (Museo X) e numerose partecipazioni a importanti collettive, dalla 12ma Biennale di Liverpool a « Tuymans, Cahn, Oba» alla Bourse de Commerce - Collezione Pinault a Parigi, arriva dal 6 febbraio al 27 marzo la sua prima monografica francese: « Festim da alma» da Mendes Wood DM Parigi.

Antonio Obá, Memento Mori - Baile de debutantes, 2024

Tra le opere esposte «Alegoria para uma nascida», 2024, una bambina in una nicchia, vestita di bianco, le mani giunte al petto, alle spalle la sua ombra e una colomba, in basso un serpente attorcigliato al piede. Apprensione e speranza. L’iconografia è quella dell’arte devozionale antica. L’immagine è quella di un’innocenza che sarà perduta, suo malgrado.«Criança de coral», 2024, è una galleria di 14 ritratti di bambini con la bocca spalancata, tutti impegnati nel medesimo coro con un’espressione tra il macabro e il malinconico: una melodia, un urlo, un pianto, l’essenza della vita che attraverso essi si rigenera. La pennellata è forte, precisa, le cromie sono cariche e intense, quasi un canto dell’anima, una musica soul, profonda, graffiata, lontana dalle voci bianche che da quei bambini ci si aspetta. «Memento Mori - Baile de debutantes», 2024 mescola cronaca, memoria e immaginazione. L’episodio dipinto è il primo ballo di fine anno aperto ai neri, a Bela Horizonte, nel 1963. Un rito di passaggio che coincide con il raggiungimento della maggior età. La luce è livida, notturna e scioglie nel pavimento il riflesso delle figure, mentre uno sciame di falene assiste alla danza, silenziose testimoni del tempo che scorre indifferente.

 

Antonio Obà, Contenda - 2: A Dança, 2024

«Il passaggio del tempo - spiegano dalla galleria - è segnato dalla caratteristica riappropriazione della storia da parte di Obá, in particolare degli episodi di discriminazione razziale. Il simbolo della debuttante riecheggia l’inizio di una nuova fase con tutte le sue speranze e incertezze».« Contenda - 2: A Dança, 2024» mostra una giovane coppia danzare abbracciata in un giardino delimitato da due piccoli cancelli rossi, uno è aperto. Il dipinto è inondato di luce, che si diffonde a raggera dalla giovane coppia, stretta al centro della composizione. L’espressione della donna, restituita con minuzia, è lievemente contrariata, suggerisce una disputa nascosta. Sopra due colombe volteggiano giocose. La complicità supera l’insidia. La natura ha solo apparentemente un ruolo secondario e di cornice nei suoi dipinti: evaporati quei momenti è tutto ciò che resterà.

 

Antonio Obà, Criança de coral, 2024

«Muovere la terra, raccogliere, conoscere le piante dall’odore, dal nome, dal disegno delle foglie, vedere gli animali, catturare le galline scappate, aiutare nei lavori domestici, grattugiare il mais per fare la pamonha, camminare silenziosamente nei boschi... un’eredità immateriale che mi collega ai defunti», conclude Antonio Obá. Giovane speranza anche nel mercato secondario, l’ultima sua opera passata all’asta, è «Cura», dipinta nel 2020 (58,7x49,2) cm e venduta da Phillips a New York il 24 novembre 2024 per 76.200 dollari (da una stima di 40mila-60mila dollari).

Jenny Dogliani, 25 gennaio 2025 | © Riproduzione riservata

Da Mendes Wood le anime graffiate di Antonio Obá | Jenny Dogliani

Da Mendes Wood le anime graffiate di Antonio Obá | Jenny Dogliani