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Si inaugura questa sera, venerdì 5 settembre, dalle 18 alle 20, alla galleria Kaufmann Repetto di New York la prima personale americana dell’artista rumena
- Rosalba Cignetti
- 05 settembre 2025
- 00’minuti di lettura


Diana Cepleanu, Piccoli cavoli / Autoritratto , 1993
Diana Cepleanu ferma il tempo a New York
Si inaugura questa sera, venerdì 5 settembre, dalle 18 alle 20, alla galleria Kaufmann Repetto di New York la prima personale americana dell’artista rumena
- Rosalba Cignetti
- 05 settembre 2025
- 00’minuti di lettura
Rosalba Cignetti
Leggi i suoi articoliIntitolata «Now», la mostra dell’artista rumena Diana Cepleanu (Bucarest, 1957) riunisce diciassette dipinti realizzati nell’arco di oltre trent’anni, offrendo uno sguardo atemporale su una pratica pittorica che ha fatto del qui e ora, dell’istante trasformato in eternità il proprio nucleo poetico. Nelle tele di Cepleanu il quotidiano assume la forza di un esercizio spirituale: che siano i ritratti dei figli, gli autoritratti o la raffigurazione di frammenti vegetali, ogni soggetto diventa veicolo di contemplazione. Come nelle nature morte rinascimentali, l’attenzione prevale sullo spettacolo, la ripetizione sul climax narrativo. La pittura non è mai sovraccarica: ogni pennellata viene applicata con rigore e senza ripensamenti, una disciplina affinata negli anni Ottanta, quando l’artista, formatasi nell’ambiente accademico della Romania sovietica, trovò nel proprio studio e nella vita domestica uno spazio di libertà. Questa fedeltà al momento presente lega il suo lavoro tanto alla sobrietà di Giorgio Morandi quanto alla luce generosa di Vermeer. Nei dipinti più recenti, come Self-Portrait (2023) o Garden with Daisies (2023), Cepleanu introduce una nuova procedura: strati di colore vengono grattati via, come in un gesto archeologico che lascia affiorare una memoria nascosta. Non si tratta di cancellazione, ma di rinnovamento, di una seconda vita della superficie che aggiunge complessità temporale a un’immagine nata nell’istante. Il titolo della mostra, «Now», allude a questa tensione fra permanenza e mutamento. «Il luogo da cui anche la distanza non è più estranea», spiega l’artista, suggerendo come la familiarità di un ambiente – la casa, il giardino, la luce che entra in una stanza – possa annullare il confine tra vicino e lontano, rendendo il presente una condizione assoluta. La carriera di Cepleanu, rimasta a lungo legata alla scena rumena, ha conosciuto negli ultimi anni una crescente visibilità internazionale, con mostre a Berlino, Nizza, Seoul e Londra. La personale newyorkese segna un nuovo capitolo di questa traiettoria, riaffermando la forza silenziosa di una pittura che trova nella quotidianità la sua dimensione universale.