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«Il ritrovamento di Romolo e Remo» di Carlo Maratti, Potsdam, Castello di Sanssouci

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«Il ritrovamento di Romolo e Remo» di Carlo Maratti, Potsdam, Castello di Sanssouci

Finalmente una monografia per Maratti (ma si poteva fare di meglio)

Curati da Simonetta Prosperi Valenti Rodinò, che ha integrato nelle parti mancanti il magistrale lavoro di Stella Rudolph, i due volumi costituiscono la prima, vera antologia dei dipinti e dei disegni dell’artista marchigiano

Alessandro Agresti

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La monografia più attesa degli ultimi decenni, dedicata a Carlo Maratti (altrimenti detto Maratta, 1625-1713), è stata finalmente pubblicata. Uscita postuma, dopo la scomparsa nel 2020 di Stella Rudolph, grazie al sapiente lavoro di Simonetta Prosperi Valenti Rodinò. Come quest’ultima precisa nell’introduzione, i testi riguardanti la vita e le opere dell’artista sono stati trascritti, aggiornandoli e integrandoli secondo la più recente bibliografia, da lavori della studiosa americana (in larga parte già editi). Le schede, contenute nel secondo tomo, fino alla n. 135 erano nelle loro linee essenziali già impostate, salvo aggiornamenti bibliografici, mentre le rimanenti sono state «rielaborate integralmente alla luce degli studi più recenti». 

Tutta la sezione riguardante la grafica si deve a Simonetta Prosperi, nota specialista della materia. Per ciò che riguarda i saggi, i primi due, intitolati «La giovinezza» e «La prima maturità», sono di pugno di Rudolph. Sette derivano da pubblicazioni scientifiche della compianta studiosa, con alcune aggiunte di Prosperi. Segue un dettagliato saggio sul disegno di Carlo Maratti, indagato con acume e completezza, una vera pietra miliare per chi si occuperà della grafica dell’artista. Il primo tomo offre una panoramica sulla produzione di Carlo Maratti, ricostruita e narrata con la prosa erudita e incalzante di Stella Rudolph, che rende la lettura, anche dal punto di vista narrativo, molto piacevole. Il fatto che il materiale risalga, sovente, a decenni prima della monografia, ha comportato che alcuni temi di ricerca emersi nell’ultimo periodo siano stati trascurati: ad esempio il rapporto col fratellastro Bernabeo, citato negli inventari come pittore di nature morte, o gli stretti legami con la scultura contemporanea, in particolare con Bernini e Domenico Guidi, e la folta bottega del maestro e la sua organizzazione.

Sarebbe stato interessante, anche alla luce dei documenti non trascritti  (manca un’antologia delle carte d’epoca) conoscere com’era organizzato lo studio del pittore e approfondire il rapporto con gli allievi, sia dal punto di vista didattico che più prettamente pittorico. Non si fa quasi menzione delle notevoli capacità manageriali di Carlo Maratti, del modo davvero efficace con il quale mise in campo abili strategie al fine di promuovere la sua immagine di principe-pittore o di come, stando anche ai documenti, il suo profilo risulti solo in parte delineato nella celebre biografia di Giovanni Pietro Bellori. Anche i rapporti con l’Accademia di San Luca o la presenza del pittore nelle esposizioni pubbliche a San Salvatore in Lauro avrebbero meritato qualche riga in più

La parte del disegno è ineccepibile, sia nella bibliografia che nell’analisi del vastissimo materiale pervenutoci, messo puntualmente in relazione con i dipinti. Emerge la meticolosità con la quale venivano ideate le opere, ma anche la mutevolezza della tecnica e del tratto che il maestro riusciva a modulare, sperimentando di volta in volta le soluzioni più adatte a illustrare le sue idee. La volontà di accorpare in un unico volume schede di dipinti e disegni ha portato a un formato oversize che rende difficile la consultazione, con una sproporzione tra le illustrazioni dei dipinti e quelle dei fogli. Ci saremmo in realtà aspettati da un libro di questo livello quasi tutte le immagini a piena pagina e con dettagli, dei quadri, che sovente conoscevamo solo da riproduzioni in bianco e nero, di pessima qualità. Invece ci sono casi in cui i dipinti sono illustrati in un formato così piccolo da renderli difficilmente fruibili. Inoltre, un’altra scelta editoriale che rende non agevole lo studio è la scansione cronologica, non per soggetti, che invece, giustamente, era stata adottata per i saggi nel primo tomo. Per chi abbia dimestichezza con la pittura di Carlo Maratti, proprio questo criterio avrebbe permesso di apprezzare le tematiche affrontate e reiterate nel corso del tempo e l’evoluzione della sua poetica. Passare senza soluzione di continuità dalla pala d’altare ai piccoli dipinti su rame, dai lavori da cavalletto a soggetto religioso alle favole profane, il tutto intercalato da svariate riproduzioni dei disegni preparatori, rende il risultato meno fruibile. Molte le attribuzioni dubbie, ma motivare il perché varie opere siano da espellere dal catalogo di Carlo Maratti sarà discussione da avviare in un prossimo futuro e in ambito specialistico. La monografia ha comunque il grande pregio di costituire la prima, vera antologia dei dipinti e dei disegni dell’artista, colmando un grave vuoto nella storia dell’arte italiana ed europea.

Carlo Maratti (1625-1713). Tra la magnificenza del Barocco e il sogno d’Arcadia. Dipinti e disegni
di Stella Rudolph e Simonetta Prosperi Valenti Rodinò, 2 voll., 1.260 pp., Ugo Bozzi, Roma 2024, € 480

La copertina del volume

Alessandro Agresti, 15 novembre 2024 | © Riproduzione riservata

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