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Enrico Crispolti
Leggi i suoi articoliRoma. Per un improvviso male incurabile, è scomparso a Roma il 25 settembre Giancarlo Sciannella, forse il più autentico attuale scultore di terra, partecipe di una grande tradizione che da Martini a Fontana, da Valentini a Spagnulo, a Mainolfi, dagli anni Venti del secolo scorso, ha vivificato il far scultura in Italia.
Nato nel 1943 a Castelli (Teramo), formatosi nel locale Istituto d’arte e nell’Accademia di Belle Arti di Roma (corso di pittura di Gentilini), all’inizio dei Sessanta esordisce pittore, ma, a Roma dal 1972, si dedica alla scultura. In terracotta, da subito il suo mezzo espressivo (in saldi legami antropologico-culturali con le origini castellane), sviluppando una rigogliosa plasticità arricchita espressivamente in libere associazioni materiche, ha operato (anche in dimensione ambientale: istallazioni nell’Hotel Albornoz, a Spoleto) in una profonda immedesimazione espressiva e oggettualmente memoriale d’un discorsivo «primevo» terricolo.
Dall’inizio degli anni Ottanta rinnovando le prospettive più consistenti ma povere di una manipolazione arcaica della mera terra, ha attinto a suggestioni profonde archetipiche di un patrimonio antropologico e mitico centroitalico. Maggiori personali: Museo delle Ceramiche, Castelli, 2003; Galleria Miralli, Viterbo, 2006; A.O.C. Flaminia 58, Viterbo, 2010; Madonna del Pozzo, Spoleto, 2011; Bottega Bertaccini, Faenza, 2013; e Biblioteca di Storia dell’Arte, Montemerano, 2014. Maggiori partecipazioni: XXV e XXVI Biennale di Scultura, Gubbio, 2008, e 2016; La ceramica che cambia. La scultura ceramica in Italia del secondo dopoguerra, Museo Internazionale delle Ceramiche, Faenza, 2014; La scultura ceramica contemporanea in Italia, Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma, 2015; Terre – La ceramica nell’informale e nella ricerca contemporanea, Città di Castello, 2015.

Giancarlo Sciannella
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L'articolo per «Il Giornale dell'Arte» scritto a vent'anni dalla scomparsa dell'artista