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Hoor Al Qasimi

Foto © Daniel Boud

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Hoor Al Qasimi

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Hoor Al Qasimi in testa nell’ArtReview Power 100. Due italiane nella lista: Patrizia Sandretto Re Rebaudengo e Miuccia Prada

Gli Stati del Golfo sono in ascesa nella classifica 2024 delle 100 figure più influenti in campo artistico compilata dalla rivista statunitense. Molti gli artisti nella top ten

Alexandre Crochet

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Se l'anno scorso i riflettori erano puntati su ricercatori e curatori strettamente legati all’attivismo e al «wokismo» l'ArtReview Power 100 del 2024 si concentra su una regione del mondo che sta giocando un ruolo sempre più importante nel mondo dell'arte. Gli Stati del Golfo e i loro protagonisti sono in piena ascesa, come dimostra l'ultima classifica delle cento figure artistiche più influenti al mondo compilata per il 23mo anno dalla rivista statunitense. Al primo posto è infatti la sceicca Hoor Al Qasimi. Direttrice della Biennale di Sharjah dal 2003, nel 2009 ha fondato la Sharjah Art Foundation come piattaforma per gli artisti del Golfo e veicolo per lo sviluppo dell'arte contemporanea nella regione. «Ha inoltre svolto un ruolo chiave nell'organizzazione della conferenza annuale March Meeting, supervisionata dalla sua fondazione, che quest'anno ha tenuto la sua 16a edizione. Sia individualmente che collettivamente, queste iniziative sono diventate pietre miliari del calendario del mondo dell'arte. Facendo leva sull'influenza di Hoor Al Qasimi, figlia del sovrano dell'Emirato, la fondazione è riuscita a mettere in luce artisti e organizzazioni culturali della Maggioranza Globale e a distogliere l'attenzione dalle narrazioni occidentali», sottolineano gli autori della classifica. E aggiungono: «Negli ultimi anni, la sua esperienza e le sue conoscenze l'hanno portata a operare in aree geografiche al di fuori dell'emirato». Questa dinamica continuerà negli anni a venire: dopo aver curato la seconda edizione della Biennale di Lahore (2020), è stata recentemente nominata direttore artistico della Triennale di Aichi 2025 in Giappone - la prima non giapponese a prendere le redini. Nel 2026 curerà anche la Biennale di Sydney. Da qui il balzo dalla 36ma posizione del 2023 a quella attuale.

Quest’anno gli Stati del Golfo sono particolarmente in vista nella classifica di ArtReview. La sceicca Al-Mayassa bint Hamad bin Khalifa Al-Thani, presidente dei Musei del Qatar e sorella dell'emiro del Qatar, rientra nella classifica al 21mo posto. Il ministro della Cultura dell'Arabia Saudita, il principe Bader bin Abdullah bin Farhan Al Saud, figura al 41mo posto. La curatrice palestinese Reem Fadda, attualmente responsabile della programmazione culturale di Abu Dhabi, è al 56mo.

Al 16mo posto, in salita dal 21mo del 2023, troviamo Koyo Kouoh, direttrice dello Zeitz Mocaa e fresca di nomina alla direzione della Biennale Arte del 2026, mentre il suo predecessore, Adriano Pedrosa, è al 33mo.

Molti ancora gli artisti che rientrano nella  top 10 della Power 100, ma non bissano l’en plein della precedente. Nan Goldin, che capeggiava la classifica del 2023, è ora al settimo posto ma rimane «maestra dell'equilibrio tra arte e attivismo». Al secondo posto figura Rirkrit Tiravanija, che «con i suoi pasti partecipativi e le sessioni di gioco ha portato l'arte oltre l'oggetto». Steve McQueen (al quarto posto) «continua a stare a cavallo tra il mondo del cinema e quello dell'arte». Wael Shawky, che ha progettato l'acclamato padiglione egiziano alla Biennale di Venezia, è al sesto posto. Kerry James Marshall (8° posto) «ha letteralmente cambiato il volto del mondo dell'arte con il suo approccio alla figurazione nera». John Akomfrah (10mo) «affronta con forza l'emergenza climatica attraverso un prisma decoloniale».

«Molti degli artisti presenti nella lista, rimarcano gli autori della classifica, condividono una causa comune: anziché realizzare opere per mostre e istituzioni, usano il loro status per creare nuove infrastrutture e reti tra i loro pari, influenzando al contempo la società nel suo complesso». Ibrahim Mahama (14ma posizione), ad esempio, destina gran parte del denaro guadagnato con la vendita delle sue installazioni scultoree alle tre istituzioni che ha fondato a Tamale, la regione settentrionale del Ghana dove tuttora vive. Un approccio altruistico condiviso anche da Sammy Baloji (17mo), Mark Bradford (19mo), Theaster Gates (32mo), Yinka Shonibare (36mo) e Dalton Paula (87mo).

Due sole italiane (erano quattro lo scorso anno) nella Power 100: la collezionista torinese Patrizia Sandretto Re Rebaudengo al 44mo posto (in salita dal 58mo) e Miuccia Prada al 79mo, sette posizioni più in giù rispetto al 2023. La lista completa qui.

(Ha collaborato Anna Maria Farinato)

Alexandre Crochet, 05 dicembre 2024 | © Riproduzione riservata

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