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L’opera di Jeffrey Gibson «I can hear you» è stata una delle tante grandi vendite di Hauser & Wirth di mercoledì

Foto di Liliana Mora

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L’opera di Jeffrey Gibson «I can hear you» è stata una delle tante grandi vendite di Hauser & Wirth di mercoledì

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I collezionisti se la prendono comoda ad Art Basel Miami Beach

David Hammons, Robert Rauschenberg e Yayoi Kusama in testa alle vendite a sette cifre del giorno d’apertura

Carlie Porterfield

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Durante la prima giornata di anteprima VIP di Art Basel Miami Beach, i mercanti hanno espresso un giudizio ampiamente positivo sullo stato del mercato, nonostante le conseguenze delle elezioni americane, l’instabilità politica nel resto del mondo e le vendite all’asta più deboli a New York il mese scorso.
 Questa è la prima edizione della nuova direttrice Bridget Finn. In precedenza aveva partecipato alla fiera come espositore con la galleria Reyes Finn di Detroit. La sera prima dell’anteprima vip era piuttosto ottimista.
«Siamo in un momento post-elettorale. Quello che abbiamo visto a Parigi [ad Art Basel Paris in ottobre] è stato molto positivo, e questo è un buon indicatore del fatto che l’energia e l’impegno collezionistico continueranno», dice Finn. «Anche se le aste [di New York] sono state più piccole rispetto agli anni passati, i risultati sono stati notevoli. Le nostre tariffe vip sono incredibili e credo che avremo un’esposizione molto impattante».
 La fiera di quest’anno presenta 286 gallerie provenienti da 38 Paesi, tra cui un numero record di 34 espositori alla loro prima partecipazione. Uno di questi nuovi arrivati è Pearl Lam, una delle più influenti galleriste cinesi con sedi a Shanghai e Hong Kong. Secondo Pearl, Art Basel Miami Beach servirà a verificare la temperatura del mercato. «Quest’anno c’è stato un mercato morbido in tutto il mondo», afferma Lam. «Ma nel complesso i clienti che abbiamo incontrato qui sono positivi, altrimenti non verrebbero. Non sono qui solo per guardare, vogliono acquistare».
 Nel pomeriggio di mercoledì da Hauser & Wirth hanno dichiarato di aver venduto l’opera di maggior valore della fiera, un dipinto senza titolo del 2014 di David Hammons per 4,75 milioni di dollari. La galleria ha inoltre venduto «Female Portrait Abstraction» (2024) di George Condo per 2,5 milioni di dollari e «I can hear you» (2024) di Jeffrey Gibson per 500mila dollari.


Anche altre gallerie hanno registrato vendite a sette cifre nelle prime ore della fiera. Thaddeus Ropac ha venduto la scultura «Dresdner Frauen-Die Elbe» (1990-2023) di Georg Baselitz per 2,5 milioni di euro e la composizione su metallo «Everglade (Borealis)» (1990) di Robert Rauschenberg. David Zwirner ha dichiarato di aver venduto un dipinto del 2017 della serie «Infinity Nets» di Yayoi Kusama per 3,5 milioni di dollari e un'opera di Noah Davis del 2008 per 2 milioni di dollari. Jessica Arb Danial, consulente d’arte con sede a New York, afferma di essere stata informata dai galleristi della fiera che le vendite sono aumentate da metà novembre. Sebbene alcuni avessero previsto una «botta di Trump» che avrebbe incrementato le vendite, secondo la Danial la stabilità che deriva da un’elezione regolare ha dato fiducia agli acquirenti. Anche se gli affari sono aumentati, secondo Daniels sono ancora più lenti rispetto a diversi anni fa, il che non è necessariamente negativo. Anche Larry Gagosian ha notato un movimento più lento. La sua galleria ha dichiarato di aver venduto opere di Maurio Cattelan Roy Lichtenstein, Richard Prince, Ed Ruscha, Jenny Saville e Jeff Koons a prezzi non rivelati. In una dichiarazione ha definito le vendite «un ottimo inizio della fiera», ma ha fatto notare che i collezionisti si stanno prendendo il loro tempo.
 Da Sprüth Magers un’opera senza titolo del 2024 di Anne Imhof è stata venduta per 250mila euro, mentre «Vertical Series:Fun» (2003) di John Baldessari ha raggiunto 325mila dollari. «Exclamation Point (Yellow)» (2001) di Richard Artschwager è stato venduto a 425mila dollari. Perrotin ha venduto cinque dipinti di Danielle Orchard per un prezzo compreso tra 45 e 100mila dollari ciascuno, insieme a opere di Nick Doyle, Vivian Greven, JR, Paola Pivi e Leslie Hewitt, tutte comprese tra 35 e 60mila dollari.

Nuovi collezionisti mostrano interesse
Charles Moffett è un gallerista newyorkese il cui stand nel settore Nova presenta opere di Kim Dacres e Melissa Joseph. Nei primi 30 minuti dell’anteprima vip, Moffett ha concluso diverse vendite con collezionisti con cui la galleria non aveva mai lavorato prima. «La mia aspettativa è sempre quella di vendere le presentazioni, sia che si tratti della nostra fiera o della galleria, ma il modo in cui arriviamo a questo punto è certamente cambiato nel corso dell'ultimo anno», afferma Moffett. «Siamo fortunati ad aver avuto molto successo. Abbiamo solo richiesto un po' più di lavoro e di impegno».
Allo stand di Lehmann Maupin, il dipinto «I’ll see you on your way» (2024) di Calida Rawles, che attualmente ha una mostra personale dall’altra parte della città, al Pérez Art Museum di Miami, è stato venduto a un prezzo compreso tra 150 e 200mila dollari. Il dipinto «Left On Red» (2024) di Marilyn Minter è stato venduto a un collezionista canadese per 200mila dollari. «C’è così tanta instabilità nel mondo. Ma dall’altro lato, la gente vuole fare quello che ha sempre voluto fare, cioè guardare l’arte”, dice Rachel Lehmann Lehmann, cofondatrice di Lehmann Maupin. «L’arte non scompare... Ma è il modo in cui la gente guarda, e chi guarda, che sta cambiando».

Carlie Porterfield, 05 dicembre 2024 | © Riproduzione riservata

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