«Monument to Homeless», di Jake e Dinos Chapman

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«Monument to Homeless», di Jake e Dinos Chapman

I fratelli Chapman di nuovo insieme

La reunion nella galleria The Project Space di Pietrasanta, con grandi modelli plastici tridimensionali

Tornano in Italia dopo tanto tempo Dinos & Jake Chapman, i fratelli terribili della Yba (Young British Art) che dalle nostre parti si erano visti oltre trent’anni fa a «Post Human», alla Biennale di Venezia del 1997 e per un paio di personali da Marconi a Milano. Trasgressivi, espliciti, velenosi al punto da non risparmiare neppure l’infanzia, ideologicamente ambigui, non esitano a tirar fuori figure e simboli malvagi del ’900, come quando portarono da White Cube una serie di acquerelli attribuiti ad Adolph Hitler disegnandoci sopra. E anche la nuova mostra nella galleria The Project Space di Pietrasanta, «The Blind Leading the Dead», che apre domani 11 agosto per chiudere il 5 novembre, promette bene: l’immagine guida è la scultura «Monument to Homeless Representation» (2019), un incappucciato tipo KKK, tutto sporco di pittura, le Birkenstock e i calzini arcobaleno ai piedi.

Protagonisti dell’ultima rivoluzione dell’arte europea, Dinos & Jake Chapman sono espressione di punta di quel fenomeno estetico e mediatico che esplose nella Londra dei primi anni Novanta, la cui fama e scalpore culminò nella mostra «Sensation» alla Royal Academy Hall (1997) con i capolavori della discussa collezione Saatchi. Insieme a Marc Quinn, Tracey Emin, Marcus Harvey e Chris Ofili, Dinos & Jake sono tra quelli che hanno lavorato di più con il corpo. Le loro opere esprimono subito forti dubbi rispetto al progresso dell’ingegneria genetica e alla manipolazione del Dna per «creare» donne e uomini perfetti. Rappresentano, al contrario, gli errori, gli sbagli, le aberrazioni della scienza che infatti non è mai esatta e, come il sonno della ragione, genera mostri.

Fratelli di origine greca, Dinos è nato a Londra nel 1962 e Jake a Chetelnham nel 1966, entrambi hanno studiato al Royal College of Arts e sono stati assistenti di Gilbert & George, artisti considerati insieme a Francis Bacon fondamentali nell’ispirazione della Yba. Nel 1991 comincia la loro collaborazione che pare essersi conclusa nel 2022 per noia e sfinimento. Jake ha provato a esporre da solo, ma per Pietrasanta si sono rimessi insieme ancora una volta.

Vedremo perciò i grandi modelli plastici tridimensionali, dove abbonda il sangue e la tortura con uno stile tra il gore e lo splatter. Tragedie della guerra, massacri, efferate dittature, distruzione dell’ambiente: a questo si ispirano lavori centrali come «Nein! Eleven» e «Unhappy Feet»: Dinos & Jake si spingono ben oltre i limiti dell’osceno, mostrano sem-pre più rispetto a ciò che si «deve» vedere. Il loro è un grido d’allarme sulla follia umana, sono antimilitaristi, ecologisti, contro ogni tipo di regime e per dirlo usano le armi più dirette ed esplicite.

Uno dei lavori qui esposti è «Two-faced Cunt» del 1997, una ragazza nuda con due teste unite da una vagina, in fibra di vetro e lattice, tema che ritorna anche in «Solar Anus» e nel successivo «Bloody Fuckface» del 2008 realizzato in bronzo. Pensata come una mostra dal taglio antologico, o comunque riassuntivo delle diverse tipologie estetiche dei Chapman, molto interessante è la serie «Monument to Immortality» (2021), che si collega all’incubo del terrorismo internazionale o alle numerose guerre che infestano la Terra. Interessante la serie dei quadri trovati nei mercatini sui quali i Chapman intervengono modificando i connotati di alcuni personaggi raffigurati, resi mostruosi. Hanno anche lavorato con l’incisione, tecnica tanto desueta quanto affascinante nelle loro mani, sul tema del «Cadavere squisito», il celebre gioco surrealista.
 

«Monument to Homeless», di Jake e Dinos Chapman

Luca Beatrice, 10 agosto 2023 | © Riproduzione riservata

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