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Cecilia Paccagnella
Leggi i suoi articoliOgni anno, sono più di un milione i visitatori che entrano nella Cattedrale di Chartres, in cui è possibile ammirare un totale di 2.600 metri quadrati di superfici in vetro. Classificata Monumento storico di Francia nel 1862, è stata poi dichiarata, nel 1979, Patrimonio culturale dell’Umanità Unesco. Sulle 176 vetrate, risalenti al XIII secolo (le più antiche addirittura al 1140), sono raffigurati principalmente santi e personaggi biblici, come Noè, Giuseppe, il buon samaritano, il figliol prodigo, ma anche episodi della Legenda Aurea (1298) di Jacopo da Varazze.
«Sono belle le tue vetrate, mamma... ma non ci capisco niente». La frase, rivolta da una bambina alla madre, è rimasta impressa nella mente di Jean Touchard, il responsabile dei progetti digitali e del mecenatismo per il Centre international du Vitrail di Chartres, che ha sviluppato un’applicazione per decifrare facilmente le scene sulle pareti della Cattedrale attraverso l’Intelligenza Artificiale. «Molti visitatori avevano già l’abitudine di fotografare le vetrate, senza riuscire a comprenderne il significato», sottolinea.
Ora, puntando la telecamera del proprio smartphone in direzione delle vetrate, grazie al sistema ideato dal Centro, che sfrutta algoritmi simili al riconoscimento facciale, è possibile consultare in alta definizione e scoprire la storia di 50 opere. «Le auto autonome riconoscono i cartelli. Abbiamo trasposto questa logica alle vetrate» e «alla loro luminosità che cambia nel corso della giornata, in base al tempo e alle stagioni», spiega Touchard.
L’applicazione attinge alle informazioni necessarie da un database in cui sono confluiti i risultati di un corposo lavoro di archiviazione e fotografia, in conformità con i vincoli patrimoniali che impediscono l’affissione di dispositivi informativi alle pareti dell’edificio. «In sette anni sono state scattate 3mila fotografie per alimentare la tecnologia di 10mila medaglioni e 20mila dettagli iconografici» da studiare per creare questa «enciclopedia tascabile», assicura Jean-François Lagier, direttore del Centre international du Vitrail.
Con un finanziamento di 270mila euro, perlopiù da sponsor, il progetto mira a offrire uno strumento didattico, anche per le guide stesse, ma soprattutto per i giovani, come specificato sul sito internet del quotidiano francese «Le Figaro». «Le vetrate non sono la Bibbia dei poveri. Anche nel Medioevo erano necessarie delle chiavi di lettura, spiega una delle guide che da vent’anni assiste i visitatori della Cattedrale di Chartres, Félicité Schuler-Lagier, nonché ideatrice di questo immenso lavoro di redazione. I colori, i gesti, la lunghezza degli abiti, tutto ha un significato. L’applicazione e la tecnologia aiutano a decodificare un linguaggio dimenticato». In questa prima versione sono stati caricati 1,4 milioni di caratteri, che formano tutte le descrizioni raccolte nell’applicazione. Un sistema che si auspica sarà esteso ad altre realtà in Francia e non solo.
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