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Fotografia tratta dal libro «I nascosti» di Valentina Tamborra (minimum fax, 2024)

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Fotografia tratta dal libro «I nascosti» di Valentina Tamborra (minimum fax, 2024)

Il Finnmark in un libro di Valentina Tamborra

Protagonista di questo racconto visivo è una cultura in grado di convivere con la Natura più estrema

Mauro Garofalo

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«Quando leggo che l’Artico si sta riscaldando a una velocità tre o quattro volte superiore alla zona temperata sento montare la nausea», scrive lo scrittore e saggista americano William T. Vollmann nella prefazione al reportage per immagini e testi di Valentina Tamborra, I nascosti: «Immagino le case e gli oleodotti che sprofondano in quello che un tempo era il permafrost, e i nomi tradizionali dei luoghi che si dissolvono… non sono mai stato nel luogo che si chiama “Sápmi”, e che i miei maestri delle elementari mi avevano insegnato a chiamare Lapponia». 

Ridotti a poco più di ottantamila individui, i sami sono il popolo seminomade, principalmente dedito all’allevamento di renne, che vive nell’estremo nord del mondo, a cavallo tra Norvegia, Svezia, Finlandia e Russia: 80mila a fronte di 8 miliardi di abitanti sul pianeta Terra (l’Onu stima che arriveremo a undici miliardi entro il 2100, Ndr) vuol dire «valere» lo 0,001% sul totale della popolazione mondiale, con tutte le conseguenze del caso: essere, quindi, una sottominoranza all’interno di un’epoca (l’Antropocene o come si voglia definire) a forte trazione ipertrofica: tutto è grande, tutto è mercato, il più grande vince e i piccoli (i marginali) vengono dimenticati.

Così, anche grazie a un elegante formato quadrato che esalta le immagini raccolte dall’autrice nel Finnmark, le lande e i paesaggi oltre il Circolo Polare Artico, Tamborra ci consegna un meta-testo, un controcanto poetico e di speranza per quelli che potrebbero essere gli ultimi del Nord: i lapponi (termine che viene dallo svedese «lapp» ovvero «toppa» visto che gli abitanti di queste zone estreme erano considerati pezzenti), diventano allora essi stessi metafora e viaggio. Lunghe strade di cemento tagliano l’anima e i territori. Là dove il cielo si colora, e puoi sentire una scarica elettrica nell’aria, impariamo che l’aurora boreale: «quando è verde è di buon auspicio; quando è rossa porta sventura». 

Il piano di contatto dei vivi e degli antenati s’incontra nel mondo dei ghiacci. Tamborra fotografa notti nel fiordo blu di Manndalen, dove capanne d’ossa riflettono bianche nella notte, mentre i joik si fanno canto dentro le case di legno e candele, il Finnmark è là dove il sole non tramonta mai, l’unico modo per far pace con l’Artico, creatura di ghiaccio e soffio che stiamo distruggendo, una volta ancora, per insipienza, perché non sappiamo fermarci, non sappiamo comprendere la necessità di vivere in equilibrio con il «Tutto» attorno a noi: «La tundra è la luna a portata di mano, si può quasi intuire la curvatura del mondo», scrive Valentina Tamborra,  fotografa e giornalista, nata a Milano nel 1983, che oggi collabora con alcune Ong internazionali ed enti come Amref e Medici Senza Frontiere. V’è dunque un’anima emersa, considerata vincente dalla nostra civiltà evoluta (urbana) e un’altra anima invece, percepita come minore fatta di luoghi lontani, e selvaggi, «scomodi» diremmo noi occidentali: Sápmi, un’intera nazione-frontiera relegata ai confini dell’impero, minoritaria suo malgrado poiché non presente nei social media, una terra estrema, poco frequentata e per questo «invisibile» (dotata di poco appeal, a meno che nasca una nuova generazione di tiktoker lapponi…).

Nel frattempo le renne (che nella cultura Sami custodiscono i segreti dell’Universo) vengono marchiate e macellate nelle piccole comunità: quello tra animali e umani un rapporto ancestrale, feroce; mentre la nebbia invernale, densa e fitta, scompagina e rende incerti e labili i confini, li riduce a ciò che sono: dimenticabili tracce d’umanità nel vasto tempo del pianeta. Tra montagne e motoslitte, quad e tende da campo, Tamborra ci porta nel deserto bianco di un mondo alla fine del mondo. I volti degli uomini e delle donne Sami, durante le festività del Nissetoget, rimandano a un mondo arcaico, la cui eco risuona ovunque. Le renne al calar del sole pascolano lungo i meridiani di ghiaccio. I lapponi sono l’unico popolo indigeno nell’Unione europea, la loro cultura è la più antica del Nord Europa dove vivono da oltre 5mila anni, non sono riconosciuti però come nazione. Oltre le tempeste artiche c’è una cultura in grado di convivere con la Natura più estrema, ci dice I Nascosti di Valentina Tamborra, un mondo invisibile e prezioso. 

I nascosti
di Valentina Tamborra, 167 pp., ill. col., minimux fax, Roma 2024, € 35,00 

La copertina del volume

Mauro Garofalo, 21 giugno 2024 | © Riproduzione riservata

Il Finnmark in un libro di Valentina Tamborra | Mauro Garofalo

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