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Guglielmo Gigliotti
Leggi i suoi articoliGuido Mazzoni, modenese, nel 1491 giunse a Napoli, dove realizzò, su commissione di Alfonso II d’Aragona, uno dei capolavori della scultura rinascimentale, il «Compianto di Cristo morto». È un gruppo scultoreo in terracotta di sette figure a grandezza naturale, che contornano, con atteggiamenti di doloroso stupore o disperazione, la figura del Cristo appena deposto dalla Croce e steso ai loro piedi. La Banca di Credito Popolare è tra i mecenati dell’Associazione Friends of Naples, che ha finanziato il restauro del gruppo scultoreo, ubicato nella chiesa napoletana di Sant’Anna dei Lombardi. La messa in scena vede Giuseppe d'Arimatea, a sinistra, e Nicodemo a destra, con il turbante. Dietro il corpo di Cristo compare la figura della Vergine, la quale, sopraffatta dal dolore, è in fase di svenimento, ed in suo soccorso accorre la figura di Maria Salomè. Ancora, in posizione centrale, sul lato destro rispetto a chi guarda, con le mani congiunte, è il personaggio di Maria di Cleofa, mentre sul lato sinistro, è una disperata Maddalena. In fondo, la figura straziata di San Giovanni Evangelista. Arte sublime, quella del Mazzoni, che fonde dramma, pathos estremo e accurata descrizione realistica. Tale alchimia venne molto apprezzata da Carlo VIII, re di Francia che, a fine ‘400, di passaggio nel sud per la conquista del Regno di Napoli, ammirò tanto il Mazzoni, da volerlo con sé a Parigi, dove l’italiano operò come artista di corte.
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