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Guglielmo Gigliotti
Leggi i suoi articoliÈ cultura! Ad affermarlo è l’Associazione Bancaria Italiana con una formula, che, oltre ad essere ispirazione generale di un modo di fare banca, è il titolo del festival in programma dall’11 al 18 ottobre in decine di sedi storiche di banche e fondazioni di origine bancaria diffuse sull’intero territorio nazionale. Il festival «È cultura!», promosso da ABI e da ACRI (Associazione di Fondazioni e Casse di Risparmio Spa), giunge alla sua terza edizione, quale sviluppo del tradizionale appuntamento annuale di apertura al pubblico delle collezioni d’arte e degli edifici storici di proprietà degli istituti finanziari. Da singola giornata, com’era in passato, a un’intera settimana, ma in verità a un anno: è il «festival che non finisce mai», nel senso che mostre, concerti, convegni, visite guidate, letture e laboratori si concentrano, sì, nella settimana clou, ma poi proseguono nei mesi a seguire, fino al prossimo festival, configurandosi dunque come ininterrotta festa della cultura. A mostrarsi in tutto il suo splendore sarà la rete delle polarità bancario-culturali d’Italia, che solo in termini di patrimonio artistico globale comprende decine di migliaia di opere di tutti i secoli, nonché decine di palazzi di pregio artistico-architettonico. Festival «È cultura!» vuol dire allora apertura straordinaria di palazzi di alto valore storico e artistico realizzati tra ‘500 e ‘800 nelle città d’arte italiane, generalmente chiusi al pubblico, vuol dire fruizione di capolavori delle collezioni bancarie, vuol dire partecipazione, per tutti i pubblici, a eventi culturali di informazione e approfondimento su temi di varia natura. Banche e Fondazioni, implementando un trend avviato dai primi anni 2000, contribuiscono a immettere nel tessuto della società italiana l’irrinunciabile linfa della conoscenza e della consapevolezza, con uno tra i più grandi progetti nazionali di cultura promosso da privati. Si tratta di rendere reciprocamente fruttuosa la relazione tra la ricerca del benessere materiale e la ricerca del benessere immateriale «È cultura!», festival con una specifica filosofia di fondo, prospetta un mondo di sani equilibri, mettendo in campo tutte le leve elaborate dall’uomo nella lotta per la felicità. Di qui la sempre maggiore attenzione, da parte di banche e fondazioni di origine bancarie all’accrescimento delle conoscenze culturali e sociali dei cittadini e delle comunità. Il festival «È cultura!» ha visto, infatti, nelle edizioni precedenti, incontri di sensibilizzazione, per esempio, sul tema della prevenzione e del contrasto alla violenza contro le donne, tra cui la presentazione del Progetto Airone, dedicato al tema della cura dei bambini orfani di femminicidi.

Carlo Maratti, Palazzo Altieri (oggi sede dell'ABI), Volta della Sala della Clemenza, 1673-1676, Roma
Antonio Patuelli, presidente ABI, in occasione del lancio della seconda edizione del Festival di ottobre 2024, ha parlato di «impegno delle banche operanti in Italia nel promuovere la cultura come pilastro dello sviluppo sociale e culturale». Gli ha fatto eco Marco Elio Rottigni, direttore generale ABI, in un’intervista in cui ha anticipato i temi dell’edizione 2024 del Festival: «Siamo una comunità. Le banche, oltre al ruolo di motore economico del paese, sono e vogliono continuare a essere protagoniste e promotrici di uno sviluppo che sia anche culturale e sociale e che non escluda nessuno». E poi Giovanni Azzone, presidente ACRI, che in occasione l’edizione 2024, ha dichiarato: «L’accesso alla bellezza e la partecipazione culturale sono strade maestre per la coesione e la crescita delle comunità». È L’Economia della Bellezza. Questa è la formula che proprio il mondo finanziario ha partorito per definire una banca con una visione del mondo, in cui i territori della finanza dialogano con quelli delle arti, alimentandosi a vicenda.
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