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Julia Michalska
Leggi i suoi articoliBonn. Il ministro della Cultura tedesco Monika Grütters ha pubblicato il 15 settembre sul sito web del Ministero la nuova bozza della legge sui beni culturali. Quest'estate, dopo la pubblicazione sulla stampa, le prime versioni del testo circolate avevano scatenato le proteste di artisti, collezionisti e mercanti che avevano bollato il provvedimento come un «esproprio». Con un gesto clamoroso, Georg Baselitz ad esempio aveva rimosso dieci opere concesse in prestito a lungo termine all'Albertinum di Dresda (cfr. «Il Giornale dell'Arte» n. 356, set. ’15, p. 51).
La legge proposta mira infatti a mettere un freno all'importazione illegale di antichità in Germania e al contempo a impedire che tesori nazionali lascino il Paese. Il dibattito esploso quest'estate verteva sui limiti alle esportazioni proposti. I dipinti realizzati più di 50 anni fa e valutati più di 150mila euro dovrebbero essere muniti di una licenza di esportazione persino per circolare all'interno dell'Unione Europea. La licenza non verrebbe rilasciata alle opere classificate come «tesori nazionali», laddove tutte le opere dei musei statali rientrerebbero in questa categoria.
La protesta ha spinto Monika Grütters ad «ammorbidire» alcuni punti del disegno di legge. Ora la soglia per esportare i dipinti è stata innalzata a 70 anni e a un valore di 300mila euro. Le opere di artisti viventi possono essere classificate come tesori nazionali solo col consenso dei rispettivi autori. Con un comunicato il ministro ha cercato di rassicurare quanti paventavano il profilarsi di «un incubo burocratico» asserendo che le licenze di esportazione continueranno a essere rilasciate «nel giro di pochi giorni per la maggior parte dei casi».
Il disegno di legge passerà ora in seconda lettura. Il parlamento tedesco dovrebbe votarne l'approvazione nel 2016.
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