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Johann Sebastian vola in Cina

Johann Sebastian vola in Cina

Andrea Banaudi

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Nella Lipsia della prima metà del XVIII secolo, il diffuso spirito incline alla novità e alla galanteria non impedisce agli intellettuali che frequentano i salotti di Madame Ziegler e di Madame Gottsched di rinnovare l’interesse nei confronti di un antico strumento musicale: il liuto. Nella vivace cittadina sassone Johann Sebastian Bach è «Thomaskantor» e «Director Musices» fra il 1723 e il 1750: a questo periodo risale la composizione di un limitato numero di lavori appunto per liuto.

 

Di notevole interesse è il «Preludio, fuga e allegro in mi bemolle maggiore BWV 998», una suite incompiuta o pervenuta solo in parte, il cui manoscritto autografo reca l’indicazione «pour la Luth ò Cembal». Scritto fra il 1735 e il 1745, rappresenta forse l’ultima composizione concepita da Bach per questo strumento. Le opere per liuto composte dal Thomaskantor a Lipsia, certamente nate anche grazie ai contatti con alcuni virtuosi fra i quali Silvius Leopold Weiss, possono essere destinate all’esecuzione al liuto, al cembalo (come esplicitamente indicato in BWV 998) e al «Lautenclavicymbel» o «Lauten-werk», a tutt’oggi «misterioso» strumento a tastiera, peraltro indicato nell’inventario dei beni di Bach redatto alla sua morte.

 

Il 13 luglio il manoscritto autografo del «Preludio, fuga e allegro» (l’unico manoscritto bachiano completo ad andare all’asta negli ultimi vent’anni) è stato battuto da Christie’s a Londra: da una stima di 1,7-2,9 milioni di euro il documento è stato venduto a 2.928.500 euro a un collezionista privato cinese. La cifra è il nuovo record d’asta per un manoscritto bachiano.

 

Andrea Banaudi, 08 settembre 2016 | © Riproduzione riservata

Johann Sebastian vola in Cina | Andrea Banaudi

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