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Gilberto Cavagna di Gualdana
Leggi i suoi articoliA un anno dall’approvazione, il primo bilancio nelle principali città italiane è incoraggiante
È passato oltre un anno dall’entrata in vigore dell’ArtBonus (D.L. 31.5.2014, n. 83, «Disposizioni urgenti per la tutela del patrimonio culturale, lo sviluppo della cultura e il rilancio del turismo», convertito con modificazioni in Legge n. 106 del 29/07/2014 e s.m.i.), l’incentivo fiscale promosso dal ministro Franceshini che consente un credito di imposta a chi abbia effettuato erogazioni liberali a sostegno del patrimonio culturale pubblico italiano.
Gli interventi accreditati a beneficiare della misura e i contributi versati per ciascun progetto, accompagnati dall’indicazione del nome del relativo mecenate (se ha acconsentito alla sua diffusione), sono reperibili sul portale www.artbonus.gov.it, che ha tra gli obiettivi proprio quello di favorire l’incontro tra domanda (aspiranti mecenati) e offerta (enti e beni beneficiari).
L’elenco degli interventi e delle erogazioni è in costante aggiornamento ma è possibile stilare un primo bilancio da quanto emerge dal portale. Ad oggi i mecenati, tra persone giuridiche e singoli cittadini, sono oltre duemila (2.269 al primo marzo); i contributi versati, oltre 62 milioni. Molti mecenati hanno deciso di rimanere anonimi; tra coloro che hanno dato il consenso alla pubblicazione del proprio nome, emerge che i contributi superiori a 100mila euro sono stati quasi esclusivamente versati da società e banche/fondazioni bancarie; via via che l’importo decrementa aumentano invece i privati, che costituiscono la maggioranza dei mecenati con contributi inferiori a mille euro. I beneficiari sono enti pubblici e soggetti privati affidatari o concessionari dei beni pubblici; i principali teatri lirici (o meglio, le relative fondazioni) sono stati tra i primi ad accreditarsi.
L’ente che sinora ha ricevuto maggiori contributi è la Fondazione Teatro alla Scala di Milano, con oltre 15 milioni di euro, seguita dall’Arena di Verona con 9 milioni. Quanto all’ammontare dei contributi, esclusi ovviamente i finanziamenti pubblici, si passa dai 7 milioni di euro versati da Unicredit a favore proprio dell’Arena di Verona ai 5 euro corrisposti da un anonimo individuo per il Real Albergo dei Poveri di Napoli.
Inserendo come parametro di ricerca i nomi dei venti capoluoghi di regione, a fine febbraio 2016 la città che risulta con più interventi «in corso» è Firenze, con ben 21 progetti; seguono Torino con 16, Genova e Napoli con 10, Bologna con 6. Milano e Roma hanno 5 progetti ciascuna, Venezia 4. Se Ancona, Bari, Palermo e Trieste ne hanno almeno uno, Aosta, Bolzano, Cagliari, Catanzaro, Campobasso, L’Aquila (che ben ne avrebbe bisogno…) e Potenza sono fermi ancora a zero. Sull’Arno si è ricorso all’ArtBonus per la sistemazione di piazzale Michelangelo e interventi su Palazzo Vecchio, la manutenzione del Museo Novecento e, tra le altre cose, il restauro delle carte geografiche provenienti dall’Atlante di Gérard Mercator del 1628. Tra i mecenati risultano molte banche e fondazioni bancarie, ma non poteva mancare la moda, con Prada che ha contribuito al restauro dell’«Ultima Cena» dipinta da Giorgio Vasari nel Museo di Santa Croce.
Il Comune di Torino ha promosso tramite l’ArtBonus le attività di digitalizzazione delle biblioteche civiche nonché la manutenzione straordinaria e il restauro della cupola del Tempio della Gran Madre di Dio, del Mausoleo della Bela Rosin, la celebre moglie morganatica di Vittorio Emanuele II, e della sala da concerto del Conservatorio Giuseppe Verdi; sempre sotto la Mole Antonelliana la Fondazione Teatro Regio ha promosso la raccolta di fondi a sostegno del teatro, incluso il rifacimento del sipario, raggiungendo sinora quasi quattro milioni di euro. I primi lavori realizzati con l’ArtBonus dovrebbero partire il prossimo giugno. A Genova si stanno finanziando le stagioni di balletto della Fondazione Teatro Carlo Felice, il restauro della documentazione fotografica storica del cimitero monumetale di Staglieno e degli affreschi «strappati» di Valerio Castello al Museo di Sant’Agostino, nonché l’installazione dei necessari impianti tecnologici in grado di prevenire e mitigare i danni in caso di calamità alluvionali al Museo di Storia Naturale. I mecenati genovesi risultano essere per lo più società e banche legate al territorio.
A Napoli, società private e molti singoli cittadini stanno invece finanziando i restauri della fontana del Sebeto e del campanile dell’Annunziata e sostengono le attività della stagione 2015-16 del Teatro San Carlo. A Roma i moderni mecenati sostengono tra l’altro le attività del Teatro dell’Opera e della Biblioteca nazionale centrale e i restauri della chiesa di Santa Maria del Popolo, come anche la manutenzione straordinaria di alcune delle più belle fontane cittadine.
A Milano gli interventi accreditati sono cinque, di cui uno della Fondazione Teatro alla Scala e quattro relativi a beni del Comune, sebbene concessi in gestione a terzi: la Fondazione La Triennale di Milano per la manutenzione del Palazzo dell’Arte, Oxa srl impresa sociale per la riqualificazione dello Spazio ex Ansaldo; il Mudec-Museo delle Culture per la riqualificazione della Stecca di via Tortona e la Fondazione Pier Lombardo per il restauro dell’ex Centro balneare Caimi. Ma molti hanno voluto rimanere anonimi. «L’ArtBonus, afferma Chiara Maraviglia, impegnata nel fundraising per la Fondazione Pier Lombardo, si rivela davvero incentivante per l’eccezionalità del credito d’imposta e perché i donatori possono verificare dove vanno i loro soldi partecipando al recupero di un bene che amano e conoscono. Ricongiunti al Teatro Franco Parenti, come era in origine negli anni ’30, i bellissimi spazi dell’ex Centro balneare Caimi vivranno una nuova vita con un progetto aperto a tutti, unico e innovativo di integrazione fra cultura, benessere e sport. In segno di gratitudine abbiamo messo a disposizione le 73 colonne dei porticati che racchiudono le piscine per essere dedicate dai mecenati con una frase, con il proprio nome o quello di una persona cara».
Il nome dei donatori, se quest’ultimo acconsente, compare anche sul sito www.fondazionepierlombardo.com, dove sono previste possibili erogazioni «per tutte le tasche» e benefici a seconda dell’importo versato. Anche le amministrazioni pubbliche hanno favorevolmente accolto questa misura. «Rimangono ancora alcuni dubbi di carattere operativo, ma nel complesso il nostro bilancio è positivo», ha dichiarato Stefano Benedetto, dirigente del Servizio Archivi, Musei e Patrimonio Culturale del Comune di Torino. «A oggi infatti la Città di Torino ha ricevuto donazioni da 30 mecenati, 28 dei quali privati cittadini. Questo noi lo consideriamo un successo, a prescindere dalle somme raccolte perché sono stati i primi a capire il potenziale dell’ArtBonus, nonostante fossero il target più difficile da raggiungere. Negli ultimi mesi a Torino si stanno muovendo anche le Fondazioni. Dobbiamo continuare il nostro lavoro e cercare di raggiungere anche le imprese, finora grandi assenti».
Tra le centinaia di interventi reperibili sul portale dell’ArtBonus, molti risultano ancora privi di un primo contributo, ma pare che la misura riscuota ovunque un successo crescente, facendo confidare nel futuro aumento di mecenati e contributi.