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La Germania blocca l'export

Julia Michalska

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Il 15 settembre, il Ministero tedesco della Cultura ha finalmente pubblicato sul suo sito web la bozza di proposta di legge sulla proprietà culturale. Le precedenti versioni del testo, che erano apparse sui media durante l’estate, avevano dato vita a diffuse proteste da parte di artisti, tra cui Georg Baselitz, collezionisti e mercanti (cfr. lo scorso numero, p. 51).

La nuova proposta di legge si propone di mettere un freno all’importazione illegale di antichità in Germania e di arginare la fuoriuscita di tesori nazionali dal Paese. La protesta scoppiata in estate riguardava le pianificate restrizioni all’export. I dipinti più vecchi di 50 anni e valutati più di 150mila euro avrebbero richiesto licenze di esportazione anche all’interno dell’Unione Europea. Non sarebbero state accordate licenze per opere classificate «tesori nazionali», mentre sarebbero state classificate come tali tutte le opere conservate nei musei statali. In luglio, le figure di maggior spicco del mondo dell’arte tedesco avevano descritto la legge come un «esproprio» e Baselitz, per protesta, aveva ritirato le sue opere dai musei pubblici in modo plateale.

Il grido di protesta ha fatto sì che Monika Grütters, la ministra tedesca della Cultura, alleggerisse alcune delle norme del provvedimento. Ora, la soglia di età per esportare dipinti è stata elevata a 70 anni e il valore a 300mila euro. Le opere di artisti viventi possono essere classificate tesori nazionali soltanto con il consenso degli stessi.

In una dichiarazione, la ministra ha cercato di smorzare le paure per quello che molti ritenevano potesse diventare un incubo burocratico, assicurando che le licenze di esportazione continueranno a essere rilasciate «in pochi giorni nella maggioranza dei casi». La legge proseguirà ora il suo iter con una seconda tornata di consultazioni parlamentari. L’approvazione definitiva è attesa nel 2016.


Julia Michalska, 24 settembre 2015 | © Riproduzione riservata

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