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La buona memoria dei polacchi

La buona memoria dei polacchi

Chiara Lombardi

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Sono quindici gli autori polacchi riuniti nella collettiva «La memoria finalmente. Arte in Polonia: 1989-2016», che la Galleria Civica inaugura il 19 marzo nella sede della Palazzina dei Giardini (fino al 5 giugno; catalogo di Silvana Editoriale). Muovendosi tra fotografia, scultura, video, performance, pittura e collage, le loro opere segnano il passaggio al futuro di un Paese che ha dovuto reinventarsi un’identità artistica capace di riflettere la nuova realtà del post socialismo a partire dalla ricognizione delle proprie radici, quelle anche richiamate dalla poesia di Wisława Szymborska citata nel titolo.

Ventisette anni dopo le prime elezioni libere che traghettano la Polonia verso la democrazia e l’economia liberale, «Ciò che colpisce, secondo la curatrice Marinella Paderni, è la ricerca di un’estetica dell’arte che sia “differente” rispetto al resto del mondo; che guarda al nuovo elaborando concettualmente il passato (e non rimuovendolo, come è accaduto per altri Paesi)».

Nati tra la fine degli anni Cinquanta e la prima metà degli Ottanta, la loro produzione attraversa nuovi modelli come la Critical Art, il Pop Banal, e la più recente linea del New Documentarist. Il percorso va dalle indagini sulla percezione pubblica dell’arte nelle installazioni di Paweł Ałthamer al ricordo che da personale si fa collettivo in Mirosław Balka; dagli anti ritratti di Michał Grochowiak, che tolgono evidenza alla fotografia, al recupero di personaggi femminili storici nei dipinti di Paulina Ołowska; dalle immagini vintage montate nelle animazioni di Agnieszka Polska alle contaminazioni da incubo nei lavori a tempera di Aleksandra Waliszewska.

 

Chiara Lombardi, 15 marzo 2016 | © Riproduzione riservata

La buona memoria dei polacchi | Chiara Lombardi

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