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Carlie Porterfield
Leggi i suoi articoliLa Dallas Art Fair, una delle fiere commerciali più grandi e affermate negli Stati Uniti tra la costa orientale e quella occidentale, terrà la sua 17ma edizione questa settimana (10-13 aprile). La fiera accoglierà 91 gallerie provenienti da 53 città e 21 Paesi, più del solito, di cui il 30% è alla sua prima partecipazione. Tra i nuovi arrivati figurano la Galería OMR, un peso massimo della scena artistica di Città del Messico, la Make Room di Los Angeles e la Carvalho Park di New York. I dealers sono desiderosi di prendere piede nel mercato dell’arte texano, dato che la popolazione e la ricchezza dello stato sono in aumento. Il Texas è uno degli stati in più rapida crescita del Paese e l’anno scorso la popolazione ha superato i 30 milioni, secondo le stime dell’US Census Bureau. Gran parte di questa crescita è concentrata a Dallas, da tempo considerata la città con il mercato dell’arte più forte. «C’è così tanta energia concentrata su Dallas», afferma la direttrice della fiera Kelly Cornell, che è nata e cresciuta in città. «Dallas è una sorta di nuovo fronte. Il Texas è una nuova frontiera con cui confrontarsi. Con questa consapevolezza, penso che abbiamo l’opportunità di trarne davvero vantaggio». Il Texas ha storicamente avuto una delle economie più forti tra gli Stati US, con un prodotto statale lordo nel 2023 di quasi 2,7 trilioni di dollari (più del PIL della maggior parte dei Paesi, tra cui Canada, Italia e Brasile). Lo stato beneficia di un sistema produttivo diversificato, guidata da petrolio e gas, insieme a forti industrie manifatturiere, agricole, tecnologiche e sanitarie. Tuttavia, l’economia tipicamente resiliente dello stato è stata colpita dalla continua volatilità di Wall Street causata dall’ondata di dazi imposti dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump a molti dei partner commerciali più stretti degli Stati Uniti. Il petrolio e il gas sono stati colpiti in modo particolarmente duro dalle imposte: martedì i prezzi del petrolio sono stati scambiati ai minimi degli ultimi 4 anni, secondo Reuters.
Una fiera lanciata in mezzo a venti contrari
In un’intervista di metà marzo, ben prima dell’annuncio delle nuove tariffe, Cornell ha dichiarato che la Dallas Art Fair tende ad avere successo nonostante i fattori economici e politici esterni: la prima edizione è stata lanciata nel 2009, nel pieno della Grande Recessione. «Dallas, storicamente, è stata abbastanza isolata da questo», ha detto Cornell. «Lo abbiamo visto anche alla fiera. Il mercato non ha influenzato la fiera tanto quanto pensavamo. La gente viene ancora pronta a comprare, a imparare e a interagire con le gallerie». Lei attribuisce il merito alla forte comunità di collezionisti della città, che ogni anno si presenta in nome del «senso civico». La fiera accoglierà anche gallerie che non hanno esposto alla fiera da prima della pandemia di Covid-19, in un’ottica di riconnessione con i collezionisti della Regione. «Le persone si stanno accorgendo del valore delle relazioni qui», dice Cornell. «C’è un livello di “manutenzione” che deve essere fatto per mantenere queste relazioni vitali». Un altro segno della crescita di Dallas è la terza edizione della fiera d’arte satellite Dallas Invitational, in programma nella stessa settimana della Dallas Art Fair. Fondata dal commerciante di Dallas James Cope, la fiera, a invito, ospita 17 gallerie presso l’hotel Rosewood Mansion on Turtle Creek, tra cui diverse che in precedenza hanno esposto nella fiera più grande e consolidata: la Gallery 12.26, pilastro locale, e la Night Gallery di Los Angeles. La Dallas Art Fair sta anche mettendo in evidenza il numero di giovani artisti Millennial e Gen Z il cui lavoro sarà esposto sugli stand quest’anno: secondo i calcoli della fiera, quasi 40 degli artisti presenti sono nati negli anni ’90 o nei primi anni 2000. È una cifra fresca e appropriata per il modo in cui la scena artistica di Dallas vede sé stessa e il suo futuro. «Dallas è una città molto giovane e ha il vantaggio di essere ancora in fase di costruzione», afferma Cornell. «Dobbiamo davvero essere pionieri, non si può essere indifferenti nei confronti di una fiera. Bisogna andare avanti e continuare a impegnarsi».
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